Simone Cristicchi – Genova brucia (2010)
Grazie al manager Francesco Migliacci ha l’opportunità di aprire i concerti di Niccolò Fabi e Max Gazzè e di firmare un contratto con “Carosello Records”, etichetta discografica con cui pubblica “Elettroshock”, il suo primo singolo. Per la stessa etichetta pubblica nel 2002 “Maria che cammina sull’autostrada”, mentre con il brano “Leggere attentamente le istruzioni” partecipa alla trasmissione “Destinazione Sanremo”, venendo però eliminato. Prova a ripresentarsi sul palco dell’Ariston l’anno successivo con la canzone “Studentessa universitaria”, che però viene scartata dal direttore artistico Tony Renis. Vincitore del “Cilindro d’argento” al Festival “Una casa per Rino” di Crotone, dedicato a Rino Gaetano, arriva al successo di pubblico nel 2005 con “Vorrei cantare come Biagio”, brano tormentone in cui Simone dichiara di voler assomigliare a Biagio Antonacci (denunciando le difficoltà di un artista nel mantenere la propria individualità nella ricerca del successo). Il singolo anticipa l’album “Fabbricante di canzoni”, il sui secondo singolo sarà proprio “Studentessa universitaria”, che si aggiudicherà il Musicultura Festival e la Targa della Critica. Cristicchi approda a Sanremo nel 2006 con “Che bella gente”, che gli permette di ottenere la seconda posizione nella sezione “Giovani”. Il singolo “Ombrelloni”, uscito in estate, viene boicottato invece dalle radio a causa del suo linguaggio ritenuto troppo volgare. Il riscatto per il cantautore romano non tarda ad arrivare: nel 2007 vince il Festival di Sanremo con “Ti regalerò una rosa”, il cui testo è ispirato ai mesi passati come volontario tra i malati di mente. Il brano vince, tra l’altro, il Premio della Sala Stampa Radio-Tv e il premio della critica intitolato a Mia Martini. Dopo aver preso parte alla quinta edizione di “O’ Scià”, la rassegna organizzata da Claudio Baglioni a Lampedusa, pubblica nel 2008 il libro “Centro di igiene mentale – Un cantastorie tra i matti” e l’album “Dall’altra parte del cancello”. Sempre in quell’anno, diventa padre di Tommaso, avuto da Sara, archeologa romana che sposerà nel 2010 e che nel 2011 darà alla luce un’altra figlia, Stella. Il 2009 vede Cristicchi in tour con “Canti di miniera, d’amore, vino e anarchia”, insieme con il coro dei Minatori di Santa Fiora, che viene immortalato in un dvd documentario. Nel 2010 egli prende parte a Sanremo con “Meno male”, brano scritto con Frankie Hi-Nrg, che raggiunge la finale grazie al maggior numero di voti raccolti tra i musicisti dell’orchestra. La pubblicazione dell’album “Grand Hotel Cristicchi” anticipa la sua partecipazione al Concerto del Primo Maggio, in cui tra l’altro interpreta “Nostra Patria è il mondo intero”, canto anarchico.
Grand Hotel Cristicchi è il terzo album di Simone Cristicchi, pubblicato il 19 febbraio 2010. È stato pubblicato contemporaneamente alla partecipazione del cantante al Festival di Sanremo 2010 con la canzone Meno male. Il brano L’ultimo valzer ha vinto (ex aequo con È lei dall’album Le vie del rock sono infinite di Edoardo Bennato) l’edizione 2010 del Premio Mogol, premio al miglior testo italiano dell’anno votato da una giuria presieduta dallo stesso Mogol. Il brano “Genova brucia”, canzone sul G8 di Genova del 2001, ha vinto il Premio Amnesty Italia, come miglior brano sui diritti umani pubblicato nel 2010. Grand Hotel Cristicchi è diventato un tour che, partito subito dopo la partecipazione a Sanremo 2010, si è protratto sino ad aprile 2011. Ad accompagnarlo sul palco il GnuQuartet (quartetto genovese, violoncello, viola, violino e flauto).
Canzone scritta durante i disordini per il vertice mondiale dei G8 a Genova. Cristicchi all’epoca non era ancora famoso e infatti la pubblicherà alcuni anni dopo, al suo terzo album. La canzone è stata scritta come se a cantare fosse uno di quei poliziotti che ha fermato le manifestazioni nel sangue. “Mi ricordo una giornata un pò speciale Genova 2001 vertice mondiale. Sono un poliziotto del reparto celere. Pronto alla guerra; ma più che una battaglia in strada sembra un carnevale“. Ed ecco cosa ne pensa dei pacifisti. “Tutti questi pacifisti del cazzo che si fanno chiamare Popolo di Seattle: massa di straccioni con bandiere e arcobaleni che solo a guardarli in faccia già divento paonazzo. Sono trecentomila e vogliono cambiare il mondo e pensano che per cambiare basti un girotondo. Io non so nemmeno chi ha ragione e chi ha torto; ma vuoi vedere che a ‘sto giro qui ci scappa il morto?“. Sono varie le forme di manifestazioni. “Ognuno sceglie la sua forma di protesta, c’è chi ha steso fili di mutande fuori alla finestra. C’è chi vuole oltrepassare la zona rossa,l c’è chi canta “Avanti Popolo alla riscossa“. Ma non si fa nessuna distinzione. Repressione contro tutti. “Genova Brucia, sono autorizzato dallo Stato. Eseguire gli ordini non è mica un reato e quindi Genova Brucia. Non faccio distinzioni donne vecchi e bambini. Potrebbe essere mio figlio Carlo Giuliani? Genova Brucia, Genova brucia, Genova brucia“. Molti di questi poliziotti, nascondendosi dietro le disposizioni dei superiori; in realtà si accanivano contro i manifestanti per pura fede politica. “Mi ricordo una missione un pò speciale Genova 2001 squilla il cellulare. Con la suoneria di Faccetta Nera sono fascista. Non credo sia una cosa di cui mi debba vergognare. Zecche parassiti e comunisti. Ci mancava pure quella banda di teppisti con la tuta nera ed il passamontagna in testa, con le spranghe fanno a pezzi tutti e ci rovinano la festa“. Quindi la repressione è stata totale quanto sproporzionata. “Parte la carica, voi ve la date a gambe. Temete il manganello o la pallottola vagante? Tute bianche si riempiono di sangue. Sudore e lacrimogeni sparati sulla gente. Tu che ti rifugi nel cortile prenderai più botte che se fossi nato in Cile. La Costituzione è come carta igienica: usala per pulirti il culo o tamponarti le ferite“. Nessuna speranza per chi era lì in quei giorni. “Qui non serve a niente chiedere aiuto. Piangi quanto vuoi non ti risponderà nessuno. Non c’è Manu Chao e nemmeno il tuo avvocato. Canta la mia filastrocca: siamo a Bolzaneto: un due tre viva viva Pinochet, quattro cinque sei fossi in te non parlerei, sette otto nove il negretto non commuove“. Ma forse i veri colpevoli sono sopratutto altri. Chi ha dato gli ordini, chi non ha mai pagato. “Ne è morto solo uno, ma potevano essere 100. I mandanti del massacro sono ancora in Parlamento“.