Maurizio Lauri – Un pò di tempo (1997)
Fin da piccolo appassionato di musica, la sua carriera discografica iniziò nel 1983, con l’incisione del brano Stelle azzurre, sigla di Calcio Serie A, trasmissione delle sintesi del campionato di calcio; il brano divenne poi un 45 giri inciso per la Fonit Cetra. Nel 1986 debuttò dal vivo affiancando il padre Bruno Lauzi a Sestri Levante, presentando due canzoni (Sogni d’oro e In due). La sua carriera proseguì come solista del gruppo Viva, che incideva per la Virgin Records. Nel 1989 il gruppo partecipò, in qualità di vincitore per l’Italia di un concorso della Yamaha Music Foundation, alla finale di Tokyo, e si aggiudicò un riconoscimento speciale della critica. Nel 1993 esce l’album d’esordio, e la band partecipa ad Un disco per l’estate, condotto da Pippo Baudo. Lauzi conquistò una certa notorietà a livello nazionale nella seconda metà degli anni novanta, grazie a due partecipazioni da solista al Festival di Sanremo, nel 1996 con Un po’ di tempo (che è anche il titolo del suo primo album prodotto dalla Sony) e nel 1997 con Il capo dei giocattoli, che gli valse il Premio Lunezia Nuove Stelle come miglior testo, benché entrambi i brani non fossero stati apprezzati dalle giurie popolari. Il suo secondo album altro non è che un repackaging del precedente, con l’aggiunta della nuova canzone.
Un po’ di tempo è un album di Maurizio Lauzi, pubblicato nel 1996. La canzone omonima è il primo estratto e partecipa al Festival di SanRemo.
E’ la fine di una relazione. Cerca di cancellare dalla mente quanto di bello c’è stato tra loro. “Non voglio più pensare alle tue mani sulle mie; anzi adesso che ci penso sono anche brutte le tue mani“. “E non parlarmi più così di quel mondo che hai sognato; eravamo in due a farlo adesso, non ci crediamo e il mondo ci ha scordato“. Il “pò di tempo” del titolo rappresenta il modo diverso dei due di vivere quella relazione. “Perchè il mondo gira in fretta, invece noi no. Noi si ha bisogno di un pò di tempo”. “Fa tenerezza, ma stiamo ancora sperando in un mondo del tipo, sai quando ti dicono migliore?”. “Facciamo pena mentre cerchiamo ancora di lottare per un ossigeno migliore, per un nostro amore o qualunque valore“. Lui si illude che lei lo aspetterà; ma lei deciderà di accelerare e di non concedergli più tempo. “Sono così tanti i sogni nella vita di un uomo, che poi alla fine ci sono sogni diversi o altri sogni a cui rinunciare“. E lui non si rassegna a questo. “Io capisco che si cambi nella vita, ma mi manca il tuo odore e continuo a rimanere un romantico e inguaribile battitore“. “Mi faccio pena quando sto ancora lottando, cercando, sperando di credere all’amore. Scusi, scusi, dov’è l’amore? Scusi, scusi, dov’è l’amore?“.