Jo Squillo – Voglio un microfono (1993)
Non è ancora maggiorenne quando comincia la sua avventura in campo musicale; l’ambito è quello del genere punk, in voga a cavallo tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80. Proprio nel 1980 incide il suo primo 45 giri che contiene le canzoni “Sono cattiva” e “Orrore”. In questo periodo è parte del gruppo femminile “Kandeggina Gang”, formazione nata all’interno del centro sociale Santa Marta di Milano. L’impegno di Jo Squillo in questo periodo assume caratteristiche di forte provocazione: in un concerto del marzo 1980 per lanciare un messaggio anti-maschilista il gruppo lancia dei Tampax macchiati di rosso sul pubblico di Piazza Duomo, a Milano. Pochi mesi dopo, a giugno, Jo Squillo è capolista del Partito Rock, che si presenta alle elezioni comunali. Nel 1981, maggiorenne, passa alla casa discografica indipendente 20th Secret, appena fondata. Con essa pubblica il suo primo disco solista “Girl senza paura”. Il lavoro contiene sedici canzoni di genere punk rock. I contenuti sottolineano il suo talento ribelle e il suo spirito anarchico. Il suo primo successo è “Skizzo skizzo”. Negli anni seguenti Jo Squillo pubblica il singolo “Avventurieri” (1983) e il disco “Bizarre” (1984). L’album contiene una delle sue canzoni più celebri “I Love Muchacha” (scritta in quattro lingue: italiano, francese, spagnolo e tedesco). Il titolo è solo apparentemente un richiamo all’amore saffico, in realtà un gioco di parole che riprende il nome del fidanzato. Dopo aver partecipato nel 1989 a Sanremo Rock, nel 1990 calca per la quinta volta il palco del Festivalbar (con il brano dance “Whole Lotta Love”). Uno dei momenti più alti della carriera musicale di Jo Squillo si presenta nel 1991 quando ottiene un grande successo in coppia con Sabrina Salerno. Le due ragazze portano al Festival di Sanremo il brano “Siamo donne” – scritta da Jo squillo. L’anno seguente, nel 1992, già selezionata per partecipare ancora a Sanremo, viene esclusa all’ultimo momento perché il pezzo “Me gusta il movimento” non è un brano inedito. Esce comunque l’album “Movimenti”, un disco prevalentemente orientato verso sonorità pop e dance. Sempre nel 1992 recita nel film di Pier Francesco Pingitore “Gole ruggenti”, nel quale canta la canzone “Timido”. Jo Squillo debutta come conduttrice televisiva nel 1993 quando presenta diverse trasmissioni: “Il grande gioco dell’oca” su Rai 2, “Caccia al ladro” su Canale 5, “Sanremo Giovani 1993” su Rai 1 e il telegiornale della rete musicale Videomusic. Torna al Festival di Sanremo 1993 con la canzone “Balla italiano”; dopo Sanremo esce l’album omonimo. Sempre in quest’anno lavora per lo storico giornale per ragazzi “L’Intrepido”: rispondere alla posta dei lettori ed è protagonista di una striscia di fumetti intitolati “Le avventure di Jo Squillo”. Negli anni seguenti pubblica solo occasionali CD singoli e qualche raccolta, con una distribuzione molto limitata, concentrandosi prevalentemente sulla carriera televisiva. Nel 1995 conduce “Bit Trip” per la TV svizzera. Nel 1996 conduce per Rai 1 il programma di moda “Kermesse”. Nel 1997 presenta “Una città per cantare” su Rete 4. Nel 1999 presenta per Rete 4 il programma settimanale “TV Moda”, dedicato al mondo delle moda, che segna una svolta nella carriera di Jo Squillo. Da questa esperienza, nasce infatti il canale satellitare tematico omonimo, Class TV Moda, trasmesso su Sky e da lei diretto.
L’album è stato anticipato dalla partecipazione della cantante al Festival di Sanremo 1993, dove ha interpretato l’omonimo brano Balla italiano, pubblicato anche come singolo, venendo tuttavia eliminata dopo la prima esecuzione. Il disco contiene i remix di tre vecchi successi della cantante: Aria, Siamo donne e Me gusta il movimento. Il brano rap Voglio un microfono, con cui Jo Squillo ha partecipato al Cantagiro durante l’estate di quell’anno, è stato presentato in varie trasmissioni televisive e utilizzato come sigla dell’omonimo programma radiofonico presentato dalla cantante su Radio Dimensione Suono.
Voglia di parlare al mondo con la propria musica e di far passare il proprio messaggio. Il che vuol dire anche avere cose da dire. “Voglio un microfono e un giradischi per parlare al mondo con i miei dischi“. “Voglio un microfono per dire ciò che penso e un giradischi per suonare ciò che ho dentro; qualche amico, due casse e tutti i miei dischi e poi qualcuno che ascolti e non se ne infischi“. “Noi siamo stanchi di sentire, la politica che cambia, ma poi non cambia mai niente; perchè tutto è vecchio, ma funziona ugualmente. Loro parlano sempre, ma a noi chi ci sente?”. “Costi quel che costi: accetto i miei rischi!“. “Mio fratello grande voleva la rivoluzione; ma non è la rivoluzione la soluzione del problema: adesso lavora in banca, guarda la televisione e dice Si, va bene così. Ma non è vero che va bene così; che conta solo la carriera e tutto finisce lì, che contano solo i soldi e tutto il resto è niente; perchè è proprio per questo che si è mossa la gente“. Fino ad arrivare alla morale del pezzo. “Io sento che noi siamo diversi e che tutti gli ideali non li abbiamo ancora persi; che stiamo aspettando che cosa e chi lo sa, ma intanto un altro giorno è venuto e se ne andrà!“.