Daniele Silvestri – Gino e l’Alfetta (2007)
Daniele Silvestri nasce il 18 agosto 1968 a Roma, figlio di Alberto, sceneggiatore e autore televisivo. Il suo debutto avviene nel 1994 con l’album “Daniele Silvestri”, che gli vale la “Targa Tenco” per il miglior disco d’esordio. L’anno successivo prende parte, con “L’uomo col megafono”, al Festival di Sanremo tra le nuove proposte, e si aggiudica il premio della critica “Volare” per il miglior testo letterario. Il brano farà parte del suo secondo disco, “Prima di essere un uomo”, insieme con “Le cose in comune”, vincitrice della “Targa Tenco”. Dopo aver firmato la colonna sonora di “Cuori al verde”, film di Giuseppe Piccioni, e aver ricevuto il Premio Nazionale Eti Giovani per il Teatro, pubblica nel 1996 “Il dado”, doppio album in cui suona anche Max Gazzè al basso, e che comprende “Cohiba”, una delle sue canzoni più famose, ispirate alla figura di Che Guevara e alla Rivoluzione Cubana. Nel 1999 Silvestri torna a Sanremo con “Aria”, che gli regala il premio “Mia Martini” della critica. Seguono la pubblicazione di “Sig. Dapatas”, quarto disco, e la realizzazione delle musiche del film “Albania”, con Giancarlo Giannini. Dopo aver firmato, nel 2000, le musiche dello spettacolo teatrale “Tango”, ispirato alla vicenda dei desaparecidos argentini, pubblica la raccolta “Occhi da orientale – Il meglio di Daniele Silvestri”. Nel 2002, il cantautore torna al Festival di Sanremo con “Salirò”: il brano si classifica solo al quattordicesimo posto, ma – complice la messa in scena con la partecipazione di Fabio Ferri – ottiene immediatamente un eccezionale successo di pubblico. Oltre a vincere il premio “Mia Martini”, Silvestri si aggiudica quattro Italian Music Awards per la migliore composizione musicale, il miglior videoclip, il miglior singolo e il miglior arrangiamento. Il sesto album, “Unò-duè”, accompagnato dai singoli “Il mio nemico” e “Sempre di domenica”, anticipa la pubblicazione di “L’autostrada”, libro che racconta il tour appena concluso e l’attività musicale di Silvestri con pagine di diario, testi inediti e fotografie. Vincitore del Premio Amnesty Italia grazie a “Il mio nemico” (che nel 2012 sarà scelto per far parte della colonna sonora del film di Massimiliano Bruno “Viva l’Italia”), Daniele pubblica nel 2004 “Livre trânsito”, il suo primo live, che include l’inedito “Kunta Kinte”, realizzato con Frankie HI-NRG, e due brani scritti per altri: “Il fiume e la nebbia”, per Fiorella Mannoia, e “Il secondo da sinistra”, per Mina. Nel 2007 si presenta nuovamente a Sanremo, con “La paranza” che arriva al quarto posto, e che precede “Il latitante”, il suo ottavo disco: il singolo “Mi persi” viene scelto per la colonna sonora di “Notturno bus”, film con Giovanna Mezzogiorno e Valerio Mastandrea, e ottiene un David di Donatello per la miglior canzone originale. Mentre “Gino e l’Alfetta” viene adottata per il Gay Pride di Roma del 2007 come inno nazionale, la raccolta “Monetine”, uscita nel 2008, propone la cover di “Una giornata al mare” di Paolo Conte. Il nuovo disco di inediti arriva solo nel 2011 con “S.C.O.T.C.H.”, realizzato con la collaborazione, tra l’altro, di Stefano Bollani, Niccolò Fabi, Andrea Camilleri e Peppe Servillo. Autore di “Il viaggio (pochi grammi di coraggio)”, colonna sonora del film “Immaturi – Il viaggio”, Daniele Silvestri scrive i testi e le musiche di “Capitan Kuk”, da cui viene tratto anche un musical. Il 17 giugno del 2012 sposa Lisa Lelli, mentre a dicembre ufficializza la propria partecipazione al Festival di Sanremo 2013: sul palco dell’Ariston proporrà i brani “Il bisogno di te” e “A bocca chiusa”. Torna a Sanremo 2019 in coppia con il rapper Rancore, presentando il brano “Argentovivo”; si classifica al 6° posto e vince il Premio della Critica “Mia Martini”, il Premio della Sala Stampa “Lucio Dalla” e il Premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo. Nel luglio successivo la canzone viene premiata con la Targa Tenco.
Il latitante è il sesto album in studio di Daniele Silvestri, pubblicato il 2 marzo 2007, a seguito della presentazione alla 57º edizione del Festival di Sanremo del brano La paranza (classificatosi quarto), primo estratto del disco. Prima era prima precede l’album, come sigla iniziale dello sceneggiato Padri e figli del 2005. Nell’album torna a collaborare Max Gazzè, che suona il basso acustico nei brani Faccia di velluto, Ninetta nanna, Che bella faccia e Il suo nome. Demo Morselli accompagna le note di Mi persi, con una tromba dai toni noir. Vincenzo Andrea “Il Bove” Leuzzi, cantante degli Otto Ohm, canta in A me ricordi il mare, Mauro Pagani partecipa a Love Is in the Air mentre l’ultimo brano Ancora importante presenta gli Inti-Illimani. Una breve ghost-track si rifà a uno scioglilingua fiorentino, (“Tito tu hai ritinto il tetto…”) recitato anche da Ugo Tognazzi in un suo film negli anni 50.
Un ragazzo che ha fa coming out e che non ha paura di dire che Gino gli piace più di Maria e non fa niente per nasconderlo.
Ehi, ehi, sono gay, sono gay
Non sono gay, non sono gay
Sì, sì, sono gay, sono gay
Non sono gay, non sono gay
Vado di fretta
Vado di fretta
Non ho più tempo
Datemi retta
Gino mi aspetta
Dentro un’Alfetta
Piena di muffa
Vado di corsa
Vado a una festa
Piena di gente
Molto entusiasta
Ora non posso
Vado di prescia
Forse ritorno
Ma non è una promessa
Vado di fretta
Vado di corsa
Quello che serve è tutto dentro alla borsa
E per adesso mi basta
Maria, sei sempre mia
Sei l’unica possibile
Ma di Gino, io mi fido un po’ di più
Lui mi conquista
E mi rilassa
Gino ha i miei stessi punti di vista
E per adesso mi basta
Ehi, ehi, sono gay, sono gay
Non sono gay, non sono gay
Sono gay, sono come vuoi
Oggi sono lui
Da domani poi se lo vuoi sarò lei
Sarò solo lei
Mi dirai, “Come fai”
Come mai, non lo sai cosa sei
Sei diverso da noi
Ma che vuoi, sono gay, fatti miei
Che disturbo ne hai
Quale enorme disagio ne trai
Sono gay, sono gay
Sì, sono gay
Non sono gay, ma vorrei
Ma lo sai quanti geni ed eroi sono gay, non lo sai?
O non vuoi ricordare
Preferisci pensare
Che un gay sia una sorta di errore
Una cosa immorale
O al caso migliore
Un giullare, un fenomeno da baraccone
E lo tollererai solo in quanto eccezione
E lo tollererai solo in televisione
Lo chiamano gay
E tu pensi ricchione
Maria, sei sempre mia
Sei l’unica possibile
Ma di Gino, io mi fido un po’ di più
Lui mi conquista
E mi rilassa
Gino ha i miei stessi punti di vista
E per adesso mi basta