Caparezza – La mia parte intollerante (2006)
Salvemini iniziò la carriera musicale come cantautore utilizzando il nome d’arte di Mikimix, componendo brani melodici e minimali e riscuotendo poco successo di pubblico e di critica. Condusse in televisione Segnali di fumo, programma musicale di Videomusic in compagnia di Paola Maugeri. Dopo alcune serate nei locali di Milano esordì al Festival di Castrocaro e partecipò successivamente a Sanremo Giovani 1995 con il brano Succede solo nei film, mancando l’accesso alla successiva edizione del Festival di Sanremo. Nel 1996 pubblicò il primo album Tengo duro e poi partecipò nuovamente a Sanremo Giovani 1996 con il brano Donne con le minigonne, con il quale fu ammesso alla sezione “Nuove Proposte” del Festival di Sanremo 1997, evento al quale propose il singolo E la notte se ne va, che anticipò l’uscita del secondo album in studio La mia buona stella, pubblicato nello stesso anno dalla Columbia Records. Nel 1998 Salvemini pubblicò un ultimo singolo come Mikimix, intitolato Vorrei che questo fosse il paradiso. Nel 1998 arriva il cambiamento importante, quello decisivo: Michele si fa crescere capelli e pizzetto e inizia a farsi chiamare Caparezza che in dialetto molfettese significa testa riccia. Da qui inizia una crescita esponenziale che lo porta in pochi anni ad ottenere un successo incredibile. Nel 2003 esce l’album Verità Supposte, la sua consacrazione a livello musicale che contiene brani come “Fuori dal tunnel“, “Vengo dalla Luna” e “Jodellavitanonhocapitouncazzo“. Nel 2006 esce Habemus Capa, il terzo album del cantautore pugliese, che contiene brani come “Torna Catalessi“, “La mia parte intollerante” e “Dalla parte del toro“. I suoi tour sono sempre molto seguiti e spesso sold out. Nel 2008 è la volta di Le dimensioni del mio caos, un album che racconta una storia canzone dopo canzone e che porterà alla stesura del libro “Saghe mentali”. Brani come “Ilaria condizionata”, “Una grande Opera“, “Eroe” e soprattutto “Vieni a ballare in Puglia” (resa celebre dal duetto con Albano) entrano di diritto nella storia di questo cantautore che è sempre più seguito.
Habemus Capa è il terzo album di Caparezza, pubblicato il 24 marzo 2006 dalla EMI. Definito dall’artista stesso «il mio disco più politico, quindi un suicidio», nonché «l’album postumo di un cantante ancora in vita», l’album ha venduto circa 40 000 copie in Italia. Sì può dire che questo sia il primo concept album del cantante, dato che l’idea di base è quella della morte di Caparezza e della successiva reincarnazione del suo spirito: nella prima traccia Caparezza “muore”, come viene teorizzato nell’ultima traccia dell’album precedente, Jodellavitanonhocapitouncazzo, per poi vivere una vita diversa in ogni traccia, fino alla risurrezione e rinascita nell’ultima traccia Habemus Capa. Secondo lo stesso Caparezza, la morte dell’autore di solito porterebbe a un aumento in termini di dischi venduti, per questo ha scelto di morire mentre era ancora in vita, per guadagnare anche lui dall’evento. Originariamente, però, il concept dell’album avrebbe dovuto essere una sorta di rilettura della Divina Commedia alla luce della società odierna, in cui ogni canzone avrebbe mostrato una particolare faccia della società e il contrappasso ad essa legato. Caparezza ha affermato di aver lasciato perdere quest’idea dopo aver scoperto come fosse difficile trovare un contrappasso convincente per ogni forma della società che intendeva criticare; tuttavia tracce di questa idea di base si possono trovare nei brani Gli insetti del podere (i politici ridotti a minuscoli insetti) e Torna Catalessi (meglio una società “catatonica” che quella attuale). Anche l’idea di intitolare l’album Habemus Caparatzinger è stata presto accantonata: resta tuttavia il riferimento all’elezione di Papa Benedetto XVI, avvenuta nell’aprile dell’anno precedente. Il titolo si riferisce infatti alla formula Habemus Papam che proclama l’elezione del nuovo Papa, in seguito alla morte del precedente; la grammatica latina imporrebbe l’accusativo, quindi Habemus Capam o Capum, ma Caparezza ha confermato che il titolo è intenzionalmente scorretto.
Ne La mia parte intollerante, in una sorta di razzismo per giusta causa, Caparezza si immedesima in un giovane studente che prende le distanze da un certo rampantismo di molti suoi coetanei. “3°B di un I.T.C. una classe di classici figli di… Ho dubbi amletici tipici dei 16. Essere o non essere patetici Eh si, ho gli occhiali spessi, vedessi. Amici che spesso mi chiamano Nessy. Indefessi mi pressano come uno stencil“. Il parere sui suoi coetanei non è bello. “Bud Spencer e Terence Hill repressi con grossi limiti ma imbottiti di bicipiti, da divi che invidi, vengono i brividi. Se per fare i fighi lasciano lividi“. “Affianco al mio banco un hippoppettaro, sniffa polvere da sparo. Dice che un tipo è capace per quanti buchi ha nel torace. Lo capisco ma preferisco Karol a dischi di artisti muscolosi, orgogliosi dei loro trascorsi malavitosi, vanitosi ripresi con pose da bellicosi; mentre io sono fiacco ed ho la mononucleosi. Studio in una classe di rissosi, eccitati dai globuli rossi manco fossero Bela Lugosi“. Con i suoi coetanei non ha nulla in comune. “Non vivo di pallone, non parlo di figone, non indosso vesti buone; quindi sono fuori da ogni discussione“. E ne ha anche per chi crede di sapere. “Cari professori miei, io vorrei che in giro ci fossero meno bulli del cazzo e più gay; più dreadlock e meno monclair; più Stratocaster e meno dj“. Ma sa che la sua sopportazione prima o poi finirà. “No, non mi conoscono ma tirano le loro nocche sul mio profilo da Cyrano. Se sei violento, tutti qua dentro ti stimano; se sei mite, di te ridono come di Totò; però chi è mansueto come me, sa che quando le palle si fanno cubiche come un kamikaze che si fa di sakè metto a fuoco intorno a me“. “Tieni presente che sono commosso Cerebralmente da gesti eccessivamente affettuosi. A 16 anni le opzioni sono 2 visto che o diventi pugile o diventi come me che sono debole, che non ho regole, che ho roba demodè, che detesto il cliché dell’uomo che non deve chiedere mai, dato che se non chiedi non sai, dato che adoro Wharol e Wilde, dato che se mi cerchi mi troverai nel viavai di un gay pride; ma sappi che se mi provocherai sono guai. Dottor Jackill diventa Mr Hide e t’ ammazza stecchito col Raid“. “Chiama la strega di Blair che ho un progetto in mente, rimanere sempre adolescente. Io sono molto calmo ma nella mente ho un virus latente incline ad azioni violente. Si sente sempre più spesso che sono un pazzo depresso. Meglio depressi che stronzi del tipo “me ne fotto”; perché non dicono “io mi interesso”? Che si inculino un cipresso, dunque tanto il mio destino è stare solo con chiunque. Alle bestie regalerò i miei sorrisi come Francesco d’Assisi e Pippi Calzelunghe“. E’ proprio questo nuovo aspetto di se che sta esplorando, lo affascina. “Trovo molto interessante la mia parte intollerante che mi rende rivoltante tutta questa bella gente“.