Alle bestie regalerò i miei sorrisi come Francesco d’Assisi e Pippi Calzelunghe

Caparezza – La mia parte intollerante (2006)

Salvemini iniziò la carriera musicale come cantautore utilizzando il nome d’arte di Mikimix, componendo brani melodici e minimali e riscuotendo poco successo di pubblico e di critica. Condusse in televisione Segnali di fumo, programma musicale di Videomusic in compagnia di Paola Maugeri. Dopo alcune serate nei locali di Milano esordì al Festival di Castrocaro e partecipò successivamente a Sanremo Giovani 1995 con il brano Succede solo nei film, mancando l’accesso alla successiva edizione del Festival di Sanremo. Nel 1996 pubblicò il primo album Tengo duro e poi partecipò nuovamente a Sanremo Giovani 1996 con il brano Donne con le minigonne, con il quale fu ammesso alla sezione “Nuove Proposte” del Festival di Sanremo 1997, evento al quale propose il singolo E la notte se ne va, che anticipò l’uscita del secondo album in studio La mia buona stella, pubblicato nello stesso anno dalla Columbia Records. Nel 1998 Salvemini pubblicò un ultimo singolo come Mikimix, intitolato Vorrei che questo fosse il paradiso. Nel 1998 arriva il cambiamento importante, quello decisivo: Michele si fa crescere capelli e pizzetto e inizia a farsi chiamare Caparezza che in dialetto molfettese significa testa riccia. Da qui inizia una crescita esponenziale che lo porta in pochi anni ad ottenere un successo incredibile. Nel 2003 esce l’album Verità Supposte, la sua consacrazione a livello musicale che contiene brani come “Fuori dal tunnel“, “Vengo dalla Luna” e “Jodellavitanonhocapitouncazzo“. Nel 2006 esce Habemus Capa, il terzo album del cantautore pugliese, che contiene brani come “Torna Catalessi“, “La mia parte intollerante” e “Dalla parte del toro“. I suoi tour sono sempre molto seguiti e spesso sold out. Nel 2008 è la volta di Le dimensioni del mio caos, un album che racconta una storia canzone dopo canzone e che porterà alla stesura del libro “Saghe mentali”. Brani come “Ilaria condizionata”, “Una grande Opera“, “Eroe” e soprattutto “Vieni a ballare in Puglia” (resa celebre dal duetto con Albano) entrano di diritto nella storia di questo cantautore che è sempre più seguito.

Habemus Capa è il terzo album di Caparezza, pubblicato il 24 marzo 2006 dalla EMI. Definito dall’artista stesso «il mio disco più politico, quindi un suicidio», nonché «l’album postumo di un cantante ancora in vita», l’album ha venduto circa 40 000 copie in Italia. Sì può dire che questo sia il primo concept album del cantante, dato che l’idea di base è quella della morte di Caparezza e della successiva reincarnazione del suo spirito: nella prima traccia Caparezza “muore”, come viene teorizzato nell’ultima traccia dell’album precedente, Jodellavitanonhocapitouncazzo, per poi vivere una vita diversa in ogni traccia, fino alla risurrezione e rinascita nell’ultima traccia Habemus Capa. Secondo lo stesso Caparezza, la morte dell’autore di solito porterebbe a un aumento in termini di dischi venduti, per questo ha scelto di morire mentre era ancora in vita, per guadagnare anche lui dall’evento. Originariamente, però, il concept dell’album avrebbe dovuto essere una sorta di rilettura della Divina Commedia alla luce della società odierna, in cui ogni canzone avrebbe mostrato una particolare faccia della società e il contrappasso ad essa legato. Caparezza ha affermato di aver lasciato perdere quest’idea dopo aver scoperto come fosse difficile trovare un contrappasso convincente per ogni forma della società che intendeva criticare; tuttavia tracce di questa idea di base si possono trovare nei brani Gli insetti del podere (i politici ridotti a minuscoli insetti) e Torna Catalessi (meglio una società “catatonica” che quella attuale). Anche l’idea di intitolare l’album Habemus Caparatzinger è stata presto accantonata: resta tuttavia il riferimento all’elezione di Papa Benedetto XVI, avvenuta nell’aprile dell’anno precedente. Il titolo si riferisce infatti alla formula Habemus Papam che proclama l’elezione del nuovo Papa, in seguito alla morte del precedente; la grammatica latina imporrebbe l’accusativo, quindi Habemus Capam o Capum, ma Caparezza ha confermato che il titolo è intenzionalmente scorretto.

Ne La mia parte intollerante, in una sorta di razzismo per giusta causa, Caparezza si immedesima in un giovane studente che prende le distanze da un certo rampantismo di molti suoi coetanei. “3°B di un I.T.C. una classe di classici figli di… Ho dubbi amletici tipici dei 16. Essere o non essere patetici Eh si, ho gli occhiali spessi, vedessi. Amici che spesso mi chiamano Nessy. Indefessi mi pressano come uno stencil“. Il parere sui suoi coetanei non è bello. “Bud Spencer e Terence Hill repressi con grossi limiti ma imbottiti di bicipiti, da divi che invidi, vengono i brividi. Se per fare i fighi lasciano lividi“. “Affianco al mio banco un hippoppettaro, sniffa polvere da sparo. Dice che un tipo è capace per quanti buchi ha nel torace. Lo capisco ma preferisco Karol a dischi di artisti muscolosi, orgogliosi dei loro trascorsi malavitosi, vanitosi ripresi con pose da bellicosi; mentre io sono fiacco ed ho la mononucleosi. Studio in una classe di rissosi, eccitati dai globuli rossi manco fossero Bela Lugosi“. Con i suoi coetanei non ha nulla in comune. “Non vivo di pallone, non parlo di figone, non indosso vesti buone; quindi sono fuori da ogni discussione“. E ne ha anche per chi crede di sapere. “Cari professori miei, io vorrei che in giro ci fossero meno bulli del cazzo e più gay; più dreadlock e meno monclair; più Stratocaster e meno dj“. Ma sa che la sua sopportazione prima o poi finirà. “No, non mi conoscono ma tirano le loro nocche sul mio profilo da Cyrano. Se sei violento, tutti qua dentro ti stimano; se sei mite, di te ridono come di Totò; però chi è mansueto come me, sa che quando le palle si fanno cubiche come un kamikaze che si fa di sakè metto a fuoco intorno a me“. “Tieni presente che sono commosso Cerebralmente da gesti eccessivamente affettuosi. A 16 anni le opzioni sono 2 visto che o diventi pugile o diventi come me che sono debole, che non ho regole, che ho roba demodè, che detesto il cliché dell’uomo che non deve chiedere mai, dato che se non chiedi non sai, dato che adoro Wharol e Wilde, dato che se mi cerchi mi troverai nel viavai di un gay pride; ma sappi che se mi provocherai sono guai. Dottor Jackill diventa Mr Hide e t’ ammazza stecchito col Raid“. “Chiama la strega di Blair che ho un progetto in mente, rimanere sempre adolescente. Io sono molto calmo ma nella mente ho un virus latente incline ad azioni violente. Si sente sempre più spesso che sono un pazzo depresso. Meglio depressi che stronzi del tipo “me ne fotto”; perché non dicono “io mi interesso”? Che si inculino un cipresso, dunque tanto il mio destino è stare solo con chiunque. Alle bestie regalerò i miei sorrisi come Francesco d’Assisi e Pippi Calzelunghe“. E’ proprio questo nuovo aspetto di se che sta esplorando, lo affascina. “Trovo molto interessante la mia parte intollerante che mi rende rivoltante tutta questa bella gente“.

Devo calmarmi e respirare un po’ di più

Caparezza – Avrai ragione tu (2014)

Salvemini iniziò la carriera musicale come cantautore utilizzando il nome d’arte di Mikimix, componendo brani melodici e minimali e riscuotendo poco successo di pubblico e di critica. Condusse in televisione Segnali di fumo, programma musicale di Videomusic in compagnia di Paola Maugeri. Dopo alcune serate nei locali di Milano esordì al Festival di Castrocaro e partecipò successivamente a Sanremo Giovani 1995 con il brano Succede solo nei film, mancando l’accesso alla successiva edizione del Festival di Sanremo. Nel 1996 pubblicò il primo album Tengo duro e poi partecipò nuovamente a Sanremo Giovani 1996 con il brano Donne con le minigonne, con il quale fu ammesso alla sezione “Nuove Proposte” del Festival di Sanremo 1997, evento al quale propose il singolo E la notte se ne va, che anticipò l’uscita del secondo album in studio La mia buona stella, pubblicato nello stesso anno dalla Columbia Records. Nel 1998 Salvemini pubblicò un ultimo singolo come Mikimix, intitolato Vorrei che questo fosse il paradiso. Nel 1998 arriva il cambiamento importante, quello decisivo: Michele si fa crescere capelli e pizzetto e inizia a farsi chiamare Caparezza che in dialetto molfettese significa testa riccia. Da qui inizia una crescita esponenziale che lo porta in pochi anni ad ottenere un successo incredibile. Nel 2003 esce l’album Verità Supposte, la sua consacrazione a livello musicale che contiene brani come “Fuori dal tunnel“, “Vengo dalla Luna” e “Jodellavitanonhocapitouncazzo“. Nel 2006 esce Habemus Capa, il terzo album del cantautore pugliese, che contiene brani come “Torna Catalessi“, “La mia parte intollerante” e “Dalla parte del toro“. I suoi tour sono sempre molto seguiti e spesso sold out. Nel 2008 è la volta di Le dimensioni del mio caos, un album che racconta una storia canzone dopo canzone e che porterà alla stesura del libro “Saghe mentali”. Brani come “Ilaria condizionata”, “Una grande Opera“, “Eroe” e soprattutto “Vieni a ballare in Puglia” (resa celebre dal duetto con Albano) entrano di diritto nella storia di questo cantautore che è sempre più seguito. il 1 marzo del 2011 esce il quinto album di Caparezza dal titolo Il sogno eretico che dopo pochi mesi diventa disco di platino. In questo lavoro l’artista pugliese collabora con il frontman degli Spandau Ballet Tony Hadley per la realizzazione del brano “Goodbye Malinconia“, il vero successo di questo brano.

Museica è il sesto album in studio di Caparezza, pubblicato il 22 aprile 2014 dalla Universal Music Group. Pubblicato a distanza di tre anni da Il sogno eretico, è il primo album dell’artista pugliese ad aver raggiunto la prima posizione della classifica degli album più venduti in Italia. Quarto singolo estratto dall’album, Caparezza, ispirandosi al graffito My God, Help Me to Survive This Deadly Love di Dmitri Vrubel, ritratta le sue posizioni e si scusa con i bersagli delle sue invettive, ma solo perché glielo ordina «il plotone di bolscevichi che alberga nella sua testa».

Quando sui ammettono i propri errori, pur non essendo convinti e pur non pensando di averli commessi; solo per obbligo o per non sentire più qualcuno. A volte se stessi. “Comportarmi da adulto, fossi matto
Vieni con me spacchiamo tutto a Seattle, nudo nella Piazza Rossa col pacco nel colbacco, ballo come le Pussy Riot e nella testa sento cori sovietici. Vengono a prendermi, sono come i solleciti, hanno sconfitto Napoleone, capite, hanno sconfitto Hitler, e a me?
“. “Dicono che devo calmarmi e respirare un po’ di più; dicono che devo staccare il cane da quell’auto blu; icono che gli omini del calcio balilla a testa in giù non vanno bene. Va bene, va bene ma poi dicono che non devo accomunare fede e schiavitù; dicono che dovrei baciarvi a stampo come le Tatù; dicono che mi spediranno in cielo come una Soyuz. Ok va bene, va bene, va bene. Avrai ragione tu“. “Ho le ossessioni amico, serie. Mi prendono per il sedere tipo sedie. E’ Come quando sei malato di schizzofrenia e il prete ti convince che il diavolo ti possiede. Davanti al pianoforte ho le visioni. Come te che ti avvicini e mi chiedi “Allevi suoni?” Dovrei guarire ma detto tra me e te ho meno chance delle previsioni meteo Magari chiedo scusa ai leghisti, magari, scrivo a caratteri cubitali: Voglio la Padania libera via dall’Europa per il gusto di chiamarvi extracomunitari. Chiedo scusa ai discotecari, fighetti, politici, elfi, facoceri, gnomi e re. Che poi dicono gli artisti sono comunisti. I comunisti ce li avete in testa come me“. “E’ tutta colpa di ragazzi troppo avari. Cercavo spazio e mi mandavano a Gagarin. Ora gli osservo seduto su una panchina dopo averli legati e posizionati sui binari. Sono un treno che viaggia sulla quarantina. ma non ho ancora smaltito l’adrenalina. Dovrei essere pacato come De Andrè. stò come il rapper Andrè, a tremila. Con la voglia di saltare su tutti i palchi. In questa gabbia di matti, son tutti falchi e ricevono gli applausi si, ma imbarazzanti come quelli dopo gli atterraggi. E tu mi chiedi fammi i nomi, si bravo. Il dottor Živago mi ha detto sii vago. E ora mi ritrovo gli elettrodi sul capo. I russi che urlano su bravo ritratta le tue idee“.

Tieniti la terra uomo, io voglio la luna!

Caparezza – Vengo dalla luna (2003)

Salvemini iniziò la carriera musicale come cantautore utilizzando il nome d’arte di Mikimix, componendo brani melodici e minimali e riscuotendo poco successo di pubblico e di critica. Condusse in televisione Segnali di fumo, programma musicale di Videomusic in compagnia di Paola Maugeri. Dopo alcune serate nei locali di Milano esordì al Festival di Castrocaro e partecipò successivamente a Sanremo Giovani 1995 con il brano Succede solo nei film, mancando l’accesso alla successiva edizione del Festival di Sanremo. Nel 1996 pubblicò il primo album Tengo duro e poi partecipò nuovamente a Sanremo Giovani 1996 con il brano Donne con le minigonne, con il quale fu ammesso alla sezione “Nuove Proposte” del Festival di Sanremo 1997, evento al quale propose il singolo E la notte se ne va, che anticipò l’uscita del secondo album in studio La mia buona stella, pubblicato nello stesso anno dalla Columbia Records. Nel 1998 Salvemini pubblicò un ultimo singolo come Mikimix, intitolato Vorrei che questo fosse il paradiso. Nel 1998 arriva il cambiamento importante, quello decisivo: Michele si fa crescere capelli e pizzetto e inizia a farsi chiamare Caparezza che in dialetto molfettese significa testa riccia. Da qui inizia una crescita esponenziale che lo porta in pochi anni ad ottenere un successo incredibile. Nel 2003 esce l’album Verità Supposte, la sua consacrazione a livello musicale che contiene brani come “Fuori dal tunnel“, “Vengo dalla Luna” e “Jodellavitanonhocapitouncazzo“. Nel 2006 esce Habemus Capa, il terzo album del cantautore pugliese, che contiene brani come “Torna Catalessi“, “La mia parte intollerante” e “Dalla parte del toro“. I suoi tour sono sempre molto seguiti e spesso sold out. Nel 2008 è la volta di Le dimensioni del mio caos, un album che racconta una storia canzone dopo canzone e che porterà alla stesura del libro “Saghe mentali”. Brani come “Ilaria condizionata”, “Una grande Opera“, “Eroe” e soprattutto “Vieni a ballare in Puglia” (resa celebre dal duetto con Albano) entrano di diritto nella storia di questo cantautore che è sempre più seguito. il 1 marzo del 2011 esce il quinto album di Caparezza dal titolo Il sogno eretico che dopo pochi mesi diventa disco di platino. In questo lavoro l’artista pugliese collabora con il frontman degli Spandau Ballet Tony Hadley per la realizzazione del brano “Goodbye Malinconia“, il vero successo di questo brano.

Verità supposte è il secondo album in studio di Caparezza, pubblicato nel 2003 dalla Extra Labels. L’album ottenne un notevole successo di pubblico soprattutto grazie al terzo singolo estratto Fuori dal tunnel, che permise al disco stesso di rimanere in classifica per una trentina di settimane, vendendo circa 130 000 copie in Italia. Verità supposte è inoltre presente nella classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre secondo Rolling Stone Italia alla posizione numero 28. I quattordici brani che compongono l’album sono caratterizzati da uno stile compositivo e il rapporto qualitativo tra ricercatezza dei testi e delle rime, che differenziano Caparezza dagli altri rapper italiani già affermati. C’è davvero tutto in questo disco sotto il profilo stilistico, dal nu metal di Dualismi (brano ispirato all’omonima poesia di Arrigo Boito) al tango di Stango e sbronzo fino all’elettronica di Vengo dalla Luna, passando per il tip-tap nel finale di Fuori dal tunnel. La visione del mondo che lo circonda è priva di ogni illusorietà, specie nei confronti della realtà sociale italiana, compresa la sua terra di origine (ad esempio in Giuda me [che sta per “giù da me”]), o anche verso l’ambiente musicale (La legge dell’ortica), ma anche verso il tema del razzismo (Vengo dalla Luna, mentre Nessuna razza si riferisce al suo manifesto artistico). Presente anche la forte critica a tutte le guerre (Follie preferenziali) e la denuncia per la cosiddetta TV spazzatura (L’età dei figuranti). Una fuga nei ricordi la si trova in Limiti, mentre più personali sono le tracce di apertura e chiusura. Ricco è inoltre il lessico utilizzato per le stesure dei testi i quali, pur nella libertà espressiva dei timbri musicali e degli arrangiamenti (non sempre soltanto elettronici), sono racchiusi in una forma standard della canzone rap, con un ritornello quasi sempre cantato e reiterato in due o più riprese all’interno del brano. All’interno dell’album è inoltre presente il brano Nel paese dei balordi, originariamente incisa nel primo demo Ricomincio da Capa, distribuito nel 1998.

La canzone è un inno all’antirazzismo. E’ una sfida ai bulli della situazione. “Io vengo dalla luna che il cielo vi attraversa. E trovo inopportuna la paura
per una cultura diversa che su di me riversa la sua follia perversa
“. Il titolo sta a rappresentare proprio il suo essere estraneo alla cultura del razzismo in tutte le sue forme. Si ribella a chi con una facciata di perbenista; si sente superiore e in realtà vuole prevaricare il prossimo. “Vuole mettermi sotto ‘sto signorotto che si fa vanto del santo attaccato sul cruscotto. Non ha capito che sono disposto a stare sotto solamente quando fotto“. “Non mi prende che di striscio la tua fiction e piscio sul tuo show che fila liscio come il Truman. Ho nostalgia della mia luna leggera. Ricordo una sera le stelle d’una bandiera ma era. Una speranza, era. Una frontiera, era. La primavera di una nuova era, era“. E a chi gli propone di entrare nel club dei razzisti perchè è più comodo e più facile così; dice no. “(Torna al tuo paese sei diverso). Impossibile, vengo dall’universo. La rotta ho perso, che vuoi che ti dica. Tu sei nato qui perché qui ti ha partorito una fica. In che saresti migliore? Fammi il favore compare; qui non c’è affare che tu possa meritare. Sei confinato, ma nel tuo stato mentale. Io sono lunatico e pratico dove cazzo mi pare“. “(Stupido ti riempiamo di ninnoli da subito
In cambio del tuo stato di libero suddito). No! È una proposta inopportuna. Tieniti la terra uomo, io voglio la luna
“. Fino ad arrivare alla rivendicazione di unicità; che fa diventare parte di tante minoranze e quindi più volte soggetto a razzismo. “Io non sono nero. Io non sono bianco. Io non sono attivo. Io non sono stanco. Io non provengo da nazione alcuna. Io, sì, io vengo dalla luna. Io non sono sano. Io non sono pazzo. Io non sono vero. Io non sono falso. Io non ti porto jella né fortuna. Io, sì, ti porto sulla luna“. E della consapevolezza di come questo percorso non sia certo facile. “Non è stato facile per me trovarmi qui; ospite inatteso, peso indesiderato arreso.
Complici satelliti che riflettono un benessere artificiale, luna sotto la quale parlare d’amore. Scaldati in casa davanti al tuo televisore. La verità della tua mentalità è che la fiction sia meglio della vita reale. Chi invece è imprevedibile, chi non è frutto di qualcosa già scritto su un libro che hai già letto tutto. Ma io, io, io no, io, io, io oh
“.

A capo di un movimento non sarei mica contento

Caparezza – Nessuna razza (2003)

Salvemini iniziò la carriera musicale come cantautore utilizzando il nome d’arte di Mikimix, componendo brani melodici e minimali e riscuotendo poco successo di pubblico e di critica. Condusse in televisione Segnali di fumo, programma musicale di Videomusic in compagnia di Paola Maugeri. Dopo alcune serate nei locali di Milano esordì al Festival di Castrocaro e partecipò successivamente a Sanremo Giovani 1995 con il brano Succede solo nei film, mancando l’accesso alla successiva edizione del Festival di Sanremo. Nel 1996 pubblicò il primo album Tengo duro e poi partecipò nuovamente a Sanremo Giovani 1996 con il brano Donne con le minigonne, con il quale fu ammesso alla sezione “Nuove Proposte” del Festival di Sanremo 1997, evento al quale propose il singolo E la notte se ne va, che anticipò l’uscita del secondo album in studio La mia buona stella, pubblicato nello stesso anno dalla Columbia Records. Nel 1998 Salvemini pubblicò un ultimo singolo come Mikimix, intitolato Vorrei che questo fosse il paradiso. Nel 1998 arriva il cambiamento importante, quello decisivo: Michele si fa crescere capelli e pizzetto e inizia a farsi chiamare Caparezza che in dialetto molfettese significa testa riccia. Da qui inizia una crescita esponenziale che lo porta in pochi anni ad ottenere un successo incredibile. Nel 2003 esce l’album Verità Supposte, la sua consacrazione a livello musicale che contiene brani come “Fuori dal tunnel“, “Vengo dalla Luna” e “Jodellavitanonhocapitouncazzo“. Nel 2006 esce Habemus Capa, il terzo album del cantautore pugliese, che contiene brani come “Torna Catalessi“, “La mia parte intollerante” e “Dalla parte del toro“. I suoi tour sono sempre molto seguiti e spesso sold out. Nel 2008 è la volta di Le dimensioni del mio caos, un album che racconta una storia canzone dopo canzone e che porterà alla stesura del libro “Saghe mentali”. Brani come “Ilaria condizionata”, “Una grande Opera“, “Eroe” e soprattutto “Vieni a ballare in Puglia” (resa celebre dal duetto con Albano) entrano di diritto nella storia di questo cantautore che è sempre più seguito. il 1 marzo del 2011 esce il quinto album di Caparezza dal titolo Il sogno eretico che dopo pochi mesi diventa disco di platino. In questo lavoro l’artista pugliese collabora con il frontman degli Spandau Ballet Tony Hadley per la realizzazione del brano “Goodbye Malinconia“, il vero successo di questo brano.

Verità supposte è il secondo album di Caparezza, pubblicato nel 2003 dalla Extra Labels. L’album ottenne un notevole successo di pubblico soprattutto grazie al terzo singolo estratto Fuori dal tunnel, che permise al disco stesso di rimanere in classifica per una trentina di settimane, vendendo circa 130 000 copie in Italia. I quattordici brani che compongono l’album sono caratterizzati da uno stile compositivo e il rapporto qualitativo tra ricercatezza dei testi e delle rime, che differenziano Caparezza dagli altri rapper italiani già affermati. C’è davvero tutto in questo disco sotto il profilo stilistico, dal nu metal di Dualismi (brano ispirato all’omonima poesia di Arrigo Boito) al tango di Stango e sbronzo fino all’elettronica di Vengo dalla Luna, passando per il tip-tap nel finale di Fuori dal tunnel.

Contro tutti gli stereotipi. “Io sono spazzatura che spazza razza pura, non provo più paura, colleziono punti di sutura sul mio carnet di carne. Lucido le mie cornee e metto a fuoco in modo tale, che neanche la forestale può far nulla. Ho un obiettivo che trastulla i miei sensi di colpa, e sto più sotto di una talpa“. Il protagonista precisa di non considerarsi il migliore; ma di credere in una società migliore, senza più soprusi, nemmeno mentali. “Non gioco a fare il santo ribelle, entra nel mio vivaio, troverai soltanto nervi a fior di pelle“. “Ne ho piene le palle, piuttosto non esco, nel gregge rimango soltanto se faccio il pastore tedesco. Kaputt al resto, detesto il processo di omologazione di musica e testo. Io salto come un popcorn su questa terra che brucia, su questa eterna sfiducia“. Proprio non ci sta a comportarsi come la massa, se questo serve sono ad apparire “più uguali”. Lui ha le sue idee e va avanti per la sua strada. “Nessuna razza, io non sostengo nessuna razza, vostra altezza, zero sassi contro lapidati della piazza, sul labbro soltanto un pò di amarezza per chi mi ha giudicato con asprezza. Nessuna razza, ma un posto a sedere in una carrozza che schizza, fango nei sentieri di un bosco che terrorizza, chi è fuori dal branco conosce con fermezza l’ebbrezza di una capa quando è rezza“. A chi vuole insegnargli cosa pensare dice non udirà nemmeno quel che dice. “Sappiano che hanno tante voci e un suono unisono, per ogni dotto che sfornano io rimango pisolo e mi isolo, stono nel coro, volteggio sui miei di testicoli, non sulle palle di un toro. Spiazzo colui che con discorsi bui fa il duro, suppone verità  che in quanto supposte se le metta nel culo. La situazione è delirante, è come la naja, dove chi più aveva potere più era ignorante. Troppe cose sullo stomaco, mi viene il vomito, mi scopro cinico, mi cambio d’abito, ma non mi pettino, perchè mi piaccio scapigliato come Boito, non voglio essere interrotto“. Ma risponde anche a coloro che lo vorrebbero capopopolo della fazione opposta. “Cosa ti aspetti da me? A capo di un movimento non sarei mica contento“.

Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti

Caparezza & Tony Hadley – Goodbye Malinconia (2011)

Salvemini iniziò la carriera musicale come cantautore utilizzando il nome d’arte di Mikimix, componendo brani melodici e minimali e riscuotendo poco successo di pubblico e di critica. Condusse in televisione Segnali di fumo, programma musicale di Videomusic in compagnia di Paola Maugeri. Dopo alcune serate nei locali di Milano esordì al Festival di Castrocaro e partecipò successivamente a Sanremo Giovani 1995 con il brano Succede solo nei film, mancando l’accesso alla successiva edizione del Festival di Sanremo. Nel 1996 pubblicò il primo album Tengo duro e poi partecipò nuovamente a Sanremo Giovani 1996 con il brano Donne con le minigonne, con il quale fu ammesso alla sezione “Nuove Proposte” del Festival di Sanremo 1997, evento al quale propose il singolo E la notte se ne va, che anticipò l’uscita del secondo album in studio La mia buona stella, pubblicato nello stesso anno dalla Columbia Records. Nel 1998 Salvemini pubblicò un ultimo singolo come Mikimix, intitolato Vorrei che questo fosse il paradiso. Nel 1998 arriva il cambiamento importante, quello decisivo: Michele si fa crescere capelli e pizzetto e inizia a farsi chiamare Caparezza che in dialetto molfettese significa testa riccia. Da qui inizia una crescita esponenziale che lo porta in pochi anni ad ottenere un successo incredibile. Nel 2003 esce l’album Verità Supposte, la sua consacrazione a livello musicale che contiene brani come “Fuori dal tunnel“, “Vengo dalla Luna” e “Jodellavitanonhocapitouncazzo“. Nel 2006 esce Habemus Capa, il terzo album del cantautore pugliese, che contiene brani come “Torna Catalessi“, “La mia parte intollerante” e “Dalla parte del toro“. I suoi tour sono sempre molto seguiti e spesso sold out. Nel 2008 è la volta di Le dimensioni del mio caos, un album che racconta una storia canzone dopo canzone e che porterà alla stesura del libro “Saghe mentali”. Brani come “Ilaria condizionata”, “Una grande Opera“, “Eroe” e soprattutto “Vieni a ballare in Puglia” (resa celebre dal duetto con Albano) entrano di diritto nella storia di questo cantautore che è sempre più seguito.

Il sogno eretico è il quinto album di Caparezza, pubblicato il 1º marzo 2011 dalla Universal Music Group. Anticipato il 28 gennaio dal singolo Goodbye Malinconia, il quale ha visto la partecipazione di Tony Hadley, Il sogno eretico ha debuttato alla seconda posizione della classifica italiana degli album e dopo quasi due mesi dalla sua uscita, è stato certificato disco d’oro per le oltre 30.000 copie vendute. Il 4 novembre 2011, il disco viene certificato anche disco di platino, superando quindi le 60.000 copie vendute. Caparezza ha affermato che «Goodbye Malinconia è nata in Inghilterra, dopo aver parlato con alcuni dei numerosi italiani emigrati a Londra», i quali gli dicevano che «loro malgrado non sarebbero più tornati nella nazione dove non riuscivano a vivere». La musica del brano, che vede il connubio di rap e synth pop, è un omaggio alle sonorità degli anni ottanta. Tony Hadley, oltre a cantare il ritornello, canta l’ultima delle tre strofe, in lingua inglese. Caparezza spiega la nuova atmosfera di questo suo testo, più malinconica e rassegnata rispetto ai precedenti (tant’è che l’ultima strofa da lui cantata si conclude con «metti nella valigia la collera e scappa da Malinconia»), con la volontà di «cercare in qualche modo di urtare la sensibilità delle persone attraverso delle soluzioni che magari non ti aspetti. Come se ad un certo punto io dicessi: “Ok, basta combattere, andiamocene!”»

Il brano utilizza la metafora di una terra chiamata “Malincònia”, la quale – giocando sull’omonimia – da una parte è uno stato d’animo e dall’altra è uno Stato, inteso come entità giuridica, ovvero lo Stato italiano. Nel singolo il cantante tratta dunque la realtà sociale, culturale e politica dell’Italia, che viene descritta come il Paese da cui tutti se ne vanno, la cui «situazione è più grave di un basso tuba». “A Malincònia tutti nell’angolo, tutti che piangono, toccano il fondo come l’Andrea Doria. Chi lavora non tiene dimora. Tutti in mutande, non quelle di Borat. La gente è sola, beve poi soffoca come John Bonham. La giunta è sorda più di Beethoven quando compone la nona“. “Cervelli in fuga, capitali in fuga, migranti in fuga dal bagnasciuga. È Malincònia, terra di santi subito e sanguisuga. Il paese del sole, in pratica oggi paese dei raggi UVA. Non è l’impressione, la situazione è più grave di un basso tuba E chi vuole rimanere, ma come fa? Ha le mani legate come Andromeda. Qua ogni rapporto si complica come quello di Washington con Teheran. Si peggiora con l’età, ti viene il broncio da Gary Coleman. Metti nella valigia la collera e scappa da Malincònia”. Ma non è sempre stato così. “E pensare che per Dante questo era il “bel paese là dove ‘l sì sona”. Per pagare le spese bastava un diploma, non fare la star o l’icona né buttarsi in politica con i curricula presi da Staller Ilona. Nemmeno il caffè sa più di caffè, ma sa di caffè di Sindona“. C’è sempre meno speranza di far ritornare l’Italia un paese normale. “E poi se ne vanno tutti, da qua se ne vanno tutti. Non te ne accorgi ma da da da qua se ne va vanno tutti. E poi se ne vanno tutti, da qua se ne vanno tutti. Non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti“. Fino all’ultima amara considerazione. “Goodbye Malincònia. Come ti sei ridotta in questo stato? Goodbye Malincònia. Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato! Goodbye Malincònia. Come ti sei ridotta in questo stato? Goodbye Malincònia. Dimmi chi ti ha ridotta in questo stato d’animo!“.