Così felice che mi viene da piangere

Rudy Marra – Sono felice (1995)

Dopo qualche anno di attività dal vivo, senza incisioni discografiche, passa alla Sony Music e nel 1991 partecipa al Festival di Sanremo con la canzone Gaetano, scritta in collaborazione con Attilio Pace e Mauro Spina: viene eliminato, ma vince il Premio della critica per le nuove proposte. La canzone ottiene un discreto successo, così come l’album che la contiene, Com’eravamo stupidi, che contiene tra le altre Gino & Fausto, canzone dedicata a Gino Bartali e Fausto Coppi usata come sigla dei notiziari sul Giro d’Italia in quegli anni sulle reti Mediaset. Realizza anche il suo primo videoclip proprio sulla canzone presentata a SanRemo e per molto tempo è nel top della classifica della sezione italiana dell’emittente Videomusic. Passa quindi alla Polydor e pubblica nel 1995 il suo secondo album, Sopa d’amour. Collabora poi con Cristiano De André, per cui scrive le strofe della canzone Sapevo il credo (contenuta nell’album Scaramante); scrive inoltre buona parte delle canzoni dell’album “Sto bene al mondo” del 2003 di Tosca, tra cui Carlo e Alice. Nel 2002 pubblica il terzo album, Le parole d’amore, che viene distribuito solo in Francia, a cui seguono alcuni concerti. È un album che raccoglie il meglio dei primi due dischi più tre inediti, tra cui “Ciao Luigi”, canzone dedicata alla storia d’amore di Luigi Tenco e Dalida. Nel 2006, anticipato dall’EP Amore di contrabbando, pubblica il suo quarto album, Sono un genio ma non lo dimostro, prodotto dallo stesso Rudy e da Stefano Melone, grazie al quale nel 2007 vince il Premio Giorgio Lo Cascio e nel gennaio 2008 si aggiudica per il miglior album anche il premio Mariposa ad Isola delle Femmine – Palermo. Nel 2007 le edizioni Zona pubblicano L’utente potrebbe avere il terminale spento, il suo primo romanzo, un racconto tragicomico e surreale sul tema della Comunicazione, sua vera passione, per studi fatti e per esperienza sul campo. Nel 2011 uno speciale progetto live “C’è da bruciare tutto!” che lui stesso definisce di “free punkluezz” cioè un miscuglio di alternative rock, free jazz, blues e altro, nel quale sperimenta suoni duri e baritonali. Porta in giro 14 canzoni inedite oltre qualche riadattamento di suoi vecchi classici e la riproposizione di “Piccoli dettagli”, brano scritto per Giusy Ferreri. In scaletta anche un adattamento di “Buena”, brano dei Morphine contenuto nell’album Cure of pain.

Nel 1995 esce il suo secondo album, Sopa d’amour, lanciato dal singolo Sono felice ed il videoclip relativo alla canzone è realizzato, su soggetto dello stesso Rudy Marra, con la regia di un giovane Luca Lucini. Forma inoltre la Sopaband, il gruppo che lo accompagna in tour, comprese le date della Max Generation di quell’anno che portano in giro per tutta Italia le migliori nuove realtà della musica italiana rock e d’autore.

La canzone mescola lo stato d’animo del protagonista della canzone con quello che succede nella società. E’ questo doversi dimostrare sempre in regola e soddisfatto e non ammettere mai che invece dentro si è tutt’altro che felici. “Ah questa vita sai bene quello che perdi nel bene e nel male. Ti manca il lavoro e poi ti innamori. Facce diverse buone e perverse“. “E cambi la maschera a seconda delle occasioni. Cheese! Ridi Rudy che se non ridi ti rodi“. Il testo è molto lungo per non essere una canzone rap e il senso non è così scorrevole. Alcune farsi del testo sono anche luoghi comuni “Ah, questa vita se i comunisti rubano, avran i loro motivi“. “Sopra il tetto un gatto si è perso“. Fino poi ad arrivare al suo vero stato d’animo. “Apro le finestre al cielo, guardo su nell’universo, sempre insieme a me, che non mi racconto bugie. E sono felice così felice che mi viene da piangere“.

Solo chi sogna, si potrà salvare

Sabina Guzzanti & la Riserva Indiana – Troppo sole (1995)

La Riserva Indiana è stato un gruppo musicale italiano, composto da personaggi famosi del mondo della televisione e della politica, formatosi nel 1995 in occasione del Festival di Sanremo, nell’ambito del quale ha accompagnato Sabina Guzzanti nell’esecuzione del brano Troppo sole, classificatosi in diciottesima posizione nella manifestazione canora.

Il gruppo, capitanato da David Riondino, vedeva la presenza di personaggi quali Sandro Curzi (col nome Sioux di “Grande Capo Vento Nei Capelli”), Nichi Vendola (con il nome di “Alce e Martello”), Mario Capanna, Remo Remotti, Bruno Voglino, Daria Bignardi, Antonio Ricci, Ermete Realacci e Milo Manara.

Ci si sente talmente diversi dal sentire comune della società da preferire ammettere di aver preso “troppo sole” e cioè in qualche modo dare una giustificazione al proprio pensiero che sconfessarlo.

Cosa vedi amico mio, solo la solita vecchi pentola
Acqua bollente, carne ossa, patate
Nessun messaggio questa vecchia pentola
Solo che la zuppa è buona e ti fa capire che hai fame
Ma io sono un indiano
L’acqua che bolle è il cielo
La carne gli animali
Il vapore il respiro
Tutto questo è sacro
Quando io guardo la pentola
Penso al mistero
Vento, pioggia, sole
Capirli non con la testa ma con il cuore

Sediamoci nella pianura, sediamoci nella pianura
Voglio essere come un albero, voglio pensare come un animale
Annusa l’aria, annusa l’aria, io cavalco nella pianura
E mi sembrava che i rami dell’albero navigassero nel cielo
Ho pregato per gli animali, per il granturco, e per i meloni
E camminavo dentro l’erba alta ed ascoltando tutte le canzoni
Non sono sorda, non sono sorda, io porto le pietre sacre
Stavo fermo senza guardare ascoltavo le formiche parlare
Ringrazio i fiumi ed i ruscelli, ringrazio la zucca ed il fagiolo
è bellissimo questo mio popolo, è bello questo cielo
Quanta luce, quanta luce nel mio cuore
Vale la pena vivere, vale la pena morire
Io voglio camminare felice
Io voglio camminare nella pioggia
Io voglio camminare sul sentiero del miele
Io voglio camminare nella gioia
Io desidero camminare
E mi hanno detto che non era vero, che ero soltanto fuori di me
Che avevo preso troppo sole al mare con tutto il sole che c’è

Troppo sole, troppo sole per me Troppo sole, troppo sole per me

Io voglio molto bene al lupo perché ulula alla luna
è veramente mio fratello quando ulula alla luna
Battono i tamburi, battono i tamburi, battono sotto la luna
Io danzo sulle nuvole, io danzo al chiaro di luna
Voi volete che tagliamo l’erba, voi volete che vendiamo il fieno
Per diventare sempre più ricchi e per sognare sempre di meno
I sognatori sono i messaggeri dello spirito del mondo
Tutte le nostre canzoni noi le abbiamo imparate in sogno
Povero uomo bianco nella tua violenza, nel tuo splendore
Hai perduto la tua memoria hai dimenticato di avere un cuore
E vuoi la mia, vuoi la mia, la mia memoria per il tuo cuore
Prendi tutta quella che vuoi, prendila tutta me ne resta ancora
E gli occhi dell’aquila in me
E la mitezza della lepre in me
E la forza dell’orso in me
Il silenzio dei pini del bosco
E la dolcezza della mia bocca
E mi hanno detto che non era vero, che ero soltanto fuori di me
Che avevo preso troppo sole al mare con tutto il sole che c’è

Troppo sole, troppo sole per me Troppo sole, troppo sole per me

Sfiorami col tuo respiro, donami una lunga vita
Sfiorami col tuo respiro, donami una lunga vita
Ti ho decorato con le mie perle, ti ho tagliato e ti ho cucito
Sfiorami col tuo respiro, donami una lunga vita
I sogno sono messaggeri dello spirito del mondo
I sogno sono messaggeri e danno forza ai sognatori
Chi lavora sempre non ha tempo per sognare
Solo chi sogna si potrà salvare
E la bellezza sia davanti a me
E la bellezza intorno a me
E la bellezza sia accanto a me
Tutto sarà bellezza
Io danzo sulla terra rossa
E mi hanno detto che non era vero. che ero soltanto fuori di me
Che avevo preso troppo sole al mare. con tutto il sole che c’è

Troppo sole, troppo sole per me Troppo sole, troppo sole per me Troppo sole, troppo sole per me Troppo sole, troppo sole per me

Il mio fegato distrutto da quello che mi va

Lighea – Rivoglio la mia vita (1995)

La sua carriera inizia nel 1989, quando partecipa (col suo vero nome Tania Montelpare) al Festival di Castrocaro col brano Non c’è più verità. Vi si ripresenta quattro anni dopo con il brano Siamo noi quelli sbagliati aggiudicandosi la vittoria e guadagnandosi così il diritto a partecipare a Sanremo Giovani 1993. Tramite quest’ultima manifestazione acquisisce il diritto di accedere al Festival di Sanremo 1994, nella sezione “Nuove proposte”, aggiudicandosi il 6º posto con Possiamo realizzare i nostri sogni. Nello stesso anno viene pubblicato il suo primo album Non siamo eroi (il titolo è un verso di Siamo noi quelli sbagliati). Nel 1995 ritorna al Festival con Rivoglio la mia vita, brano con il quale guadagna l’ammissione alla sezione “Campioni”, classificandosi al 7º posto nella finale del sabato sera. Esce il suo secondo disco, Lighea. Nel 1996, dopo l’uscita del terzo album Impara a dire no, duetta con Fausto Leali nella sigla del telefilm Dio vede e provvede. Poi si perde.

Lighea è il secondo album dell’omonima cantautrice Lighea, pubblicato nel 1995. La produzione è curata da Nazzareno Nazziconi. Il singolo Rivoglio la mia vita oltre che partecipare a SanRemo ebbe un ottimo riscontro discografico. Secondo estratto Le cose che non riusciamo a terminare mai, brano presentato al Festivalbar 1995 e con il quale raggiungerà la top 40 degli album più venduti in Italia.

La canzone parla di quello che succede subito dopo la fine di una convivenza. Mentre la sofferenza per la fine di quell’amore è ancora viva e la rabbia per le inevitabili rivendicazione è alle stelle; ecco che il cambiamento di tutte quelle abitudini che si avevano quando si viveva in due. “Io rivoglio la mia vita, la televisione accesa, brividi di notte fonda e di caffè“. “Io rivoglio la mia vita, il disordine e il caos. Voglio stare ferma e non volare più“. E’ pronta a prendersi anche tutti gli insulti che le arriveranno da lui, ma è pronta ad andare avanti “Un accidenti che mi prende; che mi prenda se lo vuoi, Io rivoglio la mia vita e sono fatti miei“. “Tutte le tue sicurezze mettitele dove vuoi, lasciami le mie carezze, le mie insicurezze“. “Non le voglio le tue dita, le tue verità“. Poi descrive la sua vita attuale, che non ha alcuna intenzione di cambiare “Io voglio le mie scarpe abbandonate sul sofà, il mio fegato distrutto da quello che mi va“. Fino ad arrivare ai suoi insulti a lui “Porta via il tuo cuore, il nostro futuro prima che lo schiacci li in fondo a quel muro; porta via l’amore e dammi qualcosa di più“. Questa rabbia, però fa vedere che per lei la storia non è davvero finita o forse si. “Io rivoglio la mia vita, la rivoglio adesso che la regalerò a qualcuno come piace a me“. E il caos continua …

Noi due siamo gli unici a non perdersi in un mondo senza amore ormai

Antonella Arancio – Più di cosi (1995)

La sua carriera inizia nel 1991 con la partecipazione al Festival di Castrocaro. Nel 1993 si presenta a Sanremo Giovani con il brano dei Camaleonti Io per lui, canzone che le permetterà di salire sul palco dell’Ariston. Prodotta artisticamente da Franco Migliacci, nel 1994 e nel 1995, partecipa al Festival di Sanremo rispettivamente con i brani Ricordi del cuore e Più di così. Il suo album d’esordio, uscito dopo la prima esperienza sanremese si intitola Grande amore davvero. Nel 1995 esce il suo secondo disco, intitolato semplicemente Antonella Arancio. Esso contiene, fra l’altro, una canzone che la cantante greca Elli Kokkinou reinciderà per il mercato del suo Paese e la hit estiva Graffi sulla schiena grazie a cui la cantante prende parte, sebbene in maniera fugace, al Festivalbar. Nel 1996 l’album ottiene un ottimo riscontro in Sud America, mentre in Italia raggiungerà la top 50 degli album più venduti. Nel 1996 la Arancio incide Recuerdos del alma, versione in spagnolo di Ricordi del cuore, ottimo successo in America Latina. Successivamente a questa esperienza, scompare dalle scene musicali. Nel 2002-2003 partecipa, in qualità di cantante ospite fissa in studio, alla trasmissione Novecento, condotta da Pippo Baudo su Rai 1. Il 5 marzo 2009 partecipa con il brano “Senza tia” alla 10ª edizione del Festival della nuova canzone siciliana, ripreso dall’emittente siciliana Antenna Sicilia. L’anno successivo è tornata a partecipare alla manifestazione in coppia con Giancarlo Guerrieri con il brano Comu veni veni. Nel 2019, ha fatto un duetto con il cantante venezuelano El Chamo Gabriel con la canzone “Se mi manchi” (metà spagnolo, metà italiano) Un frammento di “Graffi sulla schiena” è stato utilizzato nella seconda puntata della serie televisiva “Lock and key” prodotta e trasmessa da Netflix nel 2020.

Nel 1995 esce il suo secondo disco, intitolato semplicemente Antonella Arancio. Esso contiene, fra l’altro, una canzone che la cantante greca Elli Kokkinou reinciderà per il mercato del suo Paese e la hit estiva Graffi sulla schiena grazie a cui la cantante prende parte, sebbene in maniera fugace, al Festivalbar.

Quando due persone sono sicure che vivranno la propria vita l’uno accanto all’alto e poi la loro storia finisce; ci si trova un pò come spaesati, increduli. “Dove sei grande amore di questi anni miei; eravamo sicuri di noi, non possiamo lasciarci così. Dove vai, con un cuore più pazzo di te, dove non c’è più posto per me“. Ma lei non si rassegnerà e cerca di fare pace con lui, dopo aver provato cosa vuol dire a stare senza. “C’è una folla di amici e di amori un pò più facili, non durano che un attimo. Ma io no, io non sono mai stata così; io ti voglio per sempre lo sai. Voglio vivere nella tua isola e gli altri no, non contano per me“. E l’assenza è proprio la cosa peggiore. “Più di così, non si può vivere un amore, insieme a te anche per morire e cavalcare l’infinito senza voltarsi mai più di così. Che posso dirti in un minuto, non basterà tutta la vita, mi manca sempre il tuo sorriso. Manca qualcosa di te; ma più di così, più di così, più di così“. Si sta male sopratutto se chi ti ha lasciato è il primo amore della tua vita e quello che pensavi sarebbe stato l’unico. “Dove sei grande amore di questi anni miei. Mi hai insegnato l’amore cos’è; ma so farlo soltanto con te. Dove sei, con quegli occhi sognanti che hai; mi dicevi non finirà mai. Mi stringevi, noi due siamo gli unici a non perdersi in un mondo senza amore ormai“. Ma anche lui non stà meglio. “Dove vai con il cuore così in avaria, ora che non c’è posto per me io mi perdo nell’alta marea“.