Nel 1990 partecipa a Sanremo International ed incide il suo primo album, Venere ferita, contenente delle cover di classici come Love me tender e Stand by me e alcuni inediti scritti da Luca Bonaffini, che ne cura anche la produzione esecutiva. Nel 1991 debutta al Festival di Sanremo, raggiungendo la finale con Giselle. Nello stesso anno esce il suo secondo album Giselle e…. Partecipa al Cantagiro con Le lacrime e la pioggia, brano scritto da Rudy Marra. Nel 1992 torna al Festival di Sanremo, piazzandosi al quinto posto fra le Nuove Proposte con Amica di scuola, e pubblica il suo terzo album Il bar degli arrivisti. Al Cantagiro si classifica all’ottavo posto fra i Big con Profumo di lillà, firmato da Rudy Marra. Poi scompare.
Il bar degli arrivisti contiene fra i brani Amica di scuola, quinto classificato nella sezione “Novità” del Festival di Sanremo 1992 ed eseguito al Cantagiro, così come Lattine vuote, vetri rotti e Profumo di lillà. Sono presenti anche Le lacrime e la pioggia e Salutami la luna, già contenuti nel lavoro precedente Giselle e…, qui proposti in versioni rivisitate.
Cosa fareste se una vostra amica, che frequenta la vostra stessa università sparisse per molti giorni e se poi voi cercando di capire dove sia finita la trovassi a fare la prostituta in strada? “Sara io ti ho cercata per le vie del centro, Sara sia cresciute al bar degli arrivisti“. “Sara ho curiosato per la tua facoltà, ma non c’eri tu“. La protagonista di questa canzone non ci pensa due volte ad andare verso la sua amica e farsi raccontare la storia. Viene così, a sapere che i genitori l’hanno cacciata di casa (perchè si drogava?) e lei dichiarando che i suoi genitori sono morti per lei; così come lei è morta per loro “Sara chiama la tua famiglia che non è vero che non sei loro figlia“dice che l’unica cosa che può fare per vivere è lavorare in strada. “Dormi alla stazione, dai carramba o da un cliente. Sembri Charlot coi jeans strappati“. L’amica cerca di rassicurarla e decide di ospitarla da se finchè le acque non si saranno calmate. “Appendi le tue foglie ai miei rami, vedrai che un giorno all’altro cambierà. vedremo i fiori germogliare sulle autostrade verso il mare“. “Rideremo come bimbe in un’aiuola senza la violenza“.
Il gruppo nacque nel 1979 a Spilamberto (Modena) con il nome di Sextons; l’anno dopo divennero Rats (“ratti” in inglese). Il gruppo inizia suonando punk rock con venature decisamente dark nel 1980 a Modena, ospite delle feste di una delle prime fanzine new wave italiane, Plexiglas, diretta da Sergio Capone che, entusiasta dell’esibizione, divenne il loro primo road manager. I Rats entrarono così in contatto con l’allora nascente etichetta indipendente Italian Records ed iniziarono a suonare nei pochi locali rock allora presenti in Italia, su tutti ancora si ricorda nello stesso anno il Festival Rock di Roma sponsorizzato da Ciao 2001, dove entrarono in finale con una pletora di gruppi dagli stili più diversi, dall’heavy metal al rock melodico, ma anche dove, durante la loro performance finale vennero messi a rischio nel pogo dei punk convenuti, l’arredo della sala. All’alba del 1982 iniziano le registrazioni del secondo LP, dal probabile titolo di Tenera è la notte ma l’album, già pronto per la stampa, non venne mai pubblicato a causa delle crescenti incomprensioni con Italian Records sempre più attratta dal genere italo disco. L’album conteneva brani come Notte di mostri e Tatoo. Nel 1985 la band, priva della cantante, pubblicò il suo EP L’ultimo guerriero (Hiara Records), che determinò un nuovo periodo della band, con tematiche new wave e sonorità e strutture più semplici e dal tipico impatto rock. Fu poi del 1987 il loro album omonimo sempre su Hiara Records, con sonorità che spinsero ancor più chiaramente la direzione verso il rock. Nel periodo che seguì l’album, la band cambia di organico inserendo Romano Ferretti, precedentemente negli A.C.T.H., e Lorenzo Lunati dei Tan Zero, ed ancora intraprende un intenso tour che vide tappe a Mosca, Leningrado, Bruxelles e che porteranno poi al live album Vivo (Hiara Records, 1989). La formazione resta in un primo tempo classica ed essenziale: basso, chitarra, batteria (sarà Wilko a sostituire Claudia alla voce), ma in seguito, cambiando anche le sonorità del gruppo cambiò anche la formazione fino a trovare la composizione definitiva e più nota nel 1989. Il gruppo conobbe l’apice della popolarità negli anni novanta; dal 1990 al 1997 i Rats suonarono in Italia, Europa e Asia, assieme anche a Litfiba e CCCP Fedeli alla linea. L’album Indiani padani (1992) che raggiunse quasi le 50.000 copie vendute, vide la collaborazione di Luciano Ligabue nel brano Fuoritempo, scritto dallo stesso Ligabue con gli Orazero a metà anni ottanta. Si sciolsero nel 1997. In seguito, Wilko Zanni collaborò come chitarrista con diversi gruppi, per iniziare poi una propria carriera come solista. Romano Ferretti (“Romi”) si è ritirato dalle scene musicali e ha aperto uno studio come architetto; vive e lavora a Miami dove ha aperto una società di design, la Bassline Design Inc. Lorenzo Lunati (“Lor”) è diventato scultore, continuando anche a suonare la batteria in alcune collaborazioni (ha suonato anche con Francesco Renga nel suo album d’esordio, nel 2000). Nel 2007, ad insaputa l’uno dell’altro, Wilko e Romi aprono una pagina sul portale MySpace per mettere in rete materiale audio e video dei Rats. Sull’onda dell’entusiasmo dei fans che navigano sulle loro pagine Myspace, Wilko, Romi e Lor si rimettono in contatto, ed il 24 ottobre 2007 si ritrovano al People di San Damaso per la prima prova insieme dopo 10 anni. La riunione è sancita dalla serata tenutasi il 7 novembre del 2008 al Vox Club di Nonantola in provincia di Modena, con un concerto memorabile che ha visto la presenza di un migliaio di spettatori entusiasti. Nel 2009 il progetto legato alla riunione continua: sebbene saltuariamente il gruppo si ritrova per portare avanti ulteriori iniziative live e non solo. Inizia la produzione del DVD ufficiale legato alla serata del 7 novembre 2008. Il 2010 vede ancora continuare l’attività live del gruppo; voci vicino alla band confermano la volontà dei Rats di scrivere del nuovo materiale per il 2011. Il 4 febbraio 2012 esce per la Bagana Records, giovane etichetta indipendente di Milano, l’EP contenente 4 Brani Inediti dal titolo Metafisico equivoco, entrando così a fare parte del roster della Bagana Rock Agency.
Indiani padani è un album dei Rats, pubblicato nell’ottobre del 1992. Il testo della canzone di apertura dell’album, Fuoritempo, è scritto da Luciano Ligabue. Il cantautore di Correggio includerà questa canzone nel disco A che ora è la fine del mondo? che uscirà nel 1994.
Critica stringente a questa società che è sempre pronta a criticare; ma che non ti da mai una mano. “E c’era tanta gente che sembrava lì solo per me. Tutti ai blocchi di partenza. Lo start chi lo dà? E poi il cuore che bruciava e poi correvo come un matto. Tutti gli altri eran davanti. Cos’è che non va?“. Una società che ci vuole conformati a fare e pensare tutti la stessa cosa. Se qualcuno fa qualcosa di diverso o semplicemente si prende i suoi tempi; viene additato come qualcuno che non va. “Brutta storia dico corro corro e resto sempre in fondo. Sono fuori allenamento oppure è allenato il mondo?“. “Certa gente riesce solo a dire: sei fuori tempo, sei fuori tempo! Sei come un debito scaduto! Sei fuori tempo, sei fuori tempo.Sei quello che ci chiede sempre aiuto“. Un atto rivoluzionario è quindi ergersi a bastian contrario e fare quello che si pensa, infischiandosene delle critiche. “Fu così che lasciai la gara e resto lì per andare con il passo mio. Stan fischiando, stan fischiando. Va bene così!“. “Per di qui per mesi e per chilometri finché qualcuno dice: Tu dov’è che stai andando che siam tutti qui? Io non vado da nessuna parte. Io sto andando e basta! Dicono che se mi beccano mi tagliano la cresta“. “Fatti percorrere, per rallentare: c’è anche chi ha deciso di camminare al passo che gli pare!“.
Dopo aver fatto parte di un coro polifonico, gli esordi da solista la vedono presentare sul palco del Festival di Castrocaro nel 1987 con il suo nome d’anagrafe Flavia Pozzaglio la canzone “Fretta di te”. È con il successivo incontro con Enzo Miceli ad assumere il nome d’arte di ‘Irene Fargo’ che comincia a definire il personaggio che permetterà di farla conoscere a livello nazionale. Dopo un ritorno nel 1988 al Festival di Castrocaro e il 45 giri d’esorio Dialoghi/Meccanismi, nel 1990 il disco d’esordio preceduto dal singolo estivo Le Ragazze Al Mare. Nel 1991 Irene partecipa al Festival di Sanremo e si classifica seconda nella categoria nuove proposte con il brano La donna di Ibsen, il cui testo è ispirato ad un testo teatrale del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen intitolato La donna del mare. Il 45 giri, che fa da traino all’album inciso l’anno precedente e opportunamente ristampato con l’aggiunta di un altro inedito, Ti do una canzone, in duetto con Grazia Di Michele, conosce un successo inconsueto per un partecipante alle nuove proposte che non avesse vinto, sfiorando l’ingresso nella Top Ten. Nel 1992 è ancora a Sanremo tra le nuove proposte, ancora secondo posto, con il brano Come una Turandot. Questa volta l’omaggio è all’opera di Giacomo Puccini. Nel 1993 viene esclusa dall’elenco dei big del Festival di Sanremo, dove avrebbe dovuto essere in gara con Non sei così, poi inserito nel terzo album Labirinti del cuore, pubblicato alla fine di quell’anno. Con questo disco Irene dà un nuovo corso alla propria carriera: abbandonati il suo primo produttore Enzo Miceli, si trasforma in interprete pura, e canta brani di Mariella Nava, Roby Facchinetti, Kaballà, Daniele Fossati. Il brano Ma quando sarà viene presentato dal vivo durante la prima edizione della manifestazione Festival Italiano in onda su Canale 5. Dopo un’esperienza televisiva nel cast di Domenica in…, Irene si avvicina alla canzone napoletana pubblicando un disco dal titolo ‘O core e Napule. Partecipa ad alcune manifestazioni canore quali Viva Napoli e Ma l’amore sì! che vince con la canzone Io che non vivo (senza te) di Pino Donaggio.
Il secondo album si intitola La voce magica della luna, e otterrà un discreto riscontro commerciale. Nel 1992 è ancora a Sanremo tra le nuove proposte, ancora secondo posto, con il brano Come una Turandot. Questa volta l’omaggio è all’opera di Giacomo Puccini. Singolo estivo è Sabbia d’Africa.
Storia di visioni. Cerca l’uomo della sua vita e crede di averlo trovato. Ma come le dune in un deserto crede che sia troppo bello per essere vero e dubita di se stessa e dell’esistenza di lui. “Io non so chi sei, però ti stò cercando ancora e non so perchè è un richiamo che sento lento e forte dentro me“. “I tuoi passi seguirò come un docile robot e al tuo ritmo danzerò fino a che mi sazierò, poi di te mi parlerai solo quando dormirò e ogni volta che ti avrò sabbia d’Africa sarò“.
Non vedente, viene scoperto da Giancarlo Bigazzi, che lo spinge a partecipare al Festival di Sanremo con una canzone firmata da Aleandro (che ha scelto lo pseudonimo di Baldi) e Raf, “E la nave va” (1986). Nel marzo del 1987 esce l’album di debutto, Aleandro Baldi, realizzato con Maurizio Fabrizio, Raf e Giancarlo Bigazzi. Nello stesso anno Baldi vince, con “La curva dei sorrisi”, la sezione “giovani” del Disco per l’Estate. Nel 1989 Baldi torna a Sanremo per presentare, nella sezione riservata agli “emergenti”, il suo brano “E sia così” (che poi intitola il suo secondo album). Nel 1992 Baldi torna a Sanremo, sempre fra i “giovani”, facendo coppia con Francesca Alotta: il duo, con “Non amarmi”, ottiene la vittoria di categoria. Nel 1992 esce l’album Il sole. Nel 1994 Baldi rivince a Sanremo, stavolta nella categoria Big, con la sua composizione “Passerà”: la canzone è inclusa nell’album Ti chiedo onestà. Nel 1996, ancora a Sanremo, Baldi presenta con Marco Guerzoni “Soli al bar”, e poi pubblica l’album Tu sei me. Nel 2000 “Non amarmi”, nella versione in spagnolo intitolata “No me ames” e interpretata da Jennifer Lopez con Marc Anthony, diventa un successo internazionale (nel 2005 la stessa sorte avrà “Passerà”, nella versione di Il Divo).
Il sole è un album di Aleandro Baldi, pubblicato dall’etichetta discografica Ricordi nel 1992. L’album contiene il singolo Non amarmi, cantato in coppia con Francesca Alotta e vincitore della sezione Nuove Proposte del Festival di Sanremo nello stesso anno, e Perché, brano interpretato da Fausto Leali nella manifestazione e qui proposto dall’autore.
Storia d’amore esaurita. Nessuno dei due ha il coraggio di lasciare l’altro e vanno avanti per inerzia. “E’ un letto troppo grande per questo poco amore. Noi due che andiamo a fondo in un televisore, eppure fino a ieri parlavamo e tutti i miei pensieri li nascondevi con la tua mano ed io, dentro gli occhi tuoi. Mi sentivo un angelo“. Arriva la consapevolezza di quanto i gesti e le abitudine quotidiane possano far trasparire la fine di quel sentimento che li legava e di quanto sia facile perdersi. “Ci vuole un attimo per perdersi E non trovarsi più per secoli. Sentirsi inutili come fiammiferi, in questo fuoco che ti brucia l’anima“. Tutto fa trasparire che la soluzione è quella del lasciarsi; ma lui avverte che anche così loro due resterebbero legati, poichè nonostante la loro crisi si amano. “E non si spegne sai lasciandosi; se adesso te ne vai io senza te sarò invivibile come una rondine in un’America di solitudine. E con un altro tu saresti mia perché l’amore è difficile. Come un miracolo e per riperderlo ci vuole un attimo“. E se poi si ha la volontà, da entrambe le parti, di superare questo momento di crisi; si scopre che l’amore tra loro rispunta grande e più vigoroso che mai. “E’ dopo la tempesta che sorge fuori il sole. E se qualcosa resta è il succo dell’amore. Allora basta un piede che sfiora un piede li e ci si ride su; mi avvicino un pò e so che tu non dici no“. Ma resta un monito per il futuro.”Ci vuole un attimo per perdersi e non trovarsi più per secoli: come due angoli, come due nuvole, come due alberi, due latitudini. Ci vuole un attimo per perdersi e fare cenere e fare Cernobyl di questo amore che ci fa resistere, ci fa morire e poi ci fa rivivere“. E una consapevolezza. “Ma basta un attimo per crederci come due aquile difendersi finchè l’amore sia l’irragiungibile, un nido fra i ghiacciai. E tu, tu rinascerai amandoli, ed io rinascerò dentro te: saremo liberi, quasi invisibili; ero’ sorridimi, ora sorridimi!“.
I Matia Bazar nascono dall’unione di Carlo Marrale (chitarra, cori), Piero Cassano (tastiere, cori) e Aldo Stellita (basso), tutti ex-componenti dei Jet, con Giancarlo Golzi (batteria), uscente dal Museo Rosenbach, ed Antonella Ruggiero (voce). Il nome d’arte della cantante era “Matia”, cioè “Matta” in genovese; da qui il nome del gruppo. Debuttano nel 1975 con il singolo Stasera… che sera!, partecipando alla manifestazione Un disco per l’estate, senza qualificarsi per le serate finali di Saint Vincent. In seguito pubblicano il singolo Per un’ora d’amore con il quale ottengono un buon successo, che si ripete l’anno seguente con il brano Che male fa ed il primo album Matia Bazar 1. Nel 1976 il brano “Cavallo Bianco” riscuote un grande successo. Nel 1977 esordiscono al Festival di Sanremo con il brano Ma perché che fu snobbata a Sanremo ma tra i giovani ebbe un notevole successo , cui fa seguito l’album Gran Bazar, che riscuote uno straordinario successo. Nello stesso anno viene pubblicata la raccolta L’oro dei Matia Bazar, contenente l’inedito Solo tu, che raggiunge la vetta della classifica di vendita dei 45 giri, vendendo circa un milione di copie. Il singolo viene inciso anche in lingua spagnola, dove ottiene un ottimo consenso dal pubblico spagnolo. Con questo brano i Matia Bazar realizzano anche una pubblicità televisiva per la Tanara, nota marca di gelati. Nel 1978 il gruppo partecipa per la seconda volta consecutiva Festival di Sanremo con il brano …E dirsi ciao, il quale vince l’edizione sanremese. Pochi mesi dopo, pubblica l’album Semplicità. Nel 1979 partecipa all’Eurovision Song Contest con il brano Raggio di Luna. Il brano viene inciso, successivamente, in spagnolo come Rayo de Luna e in inglese come Moonshine. Durante l’autunno viene pubblicato il singolo C’è tutto un mondo intorno, che farà da traino all’album Tournée. Nel 1980 il gruppo pubblica l’album Il tempo del sole, trainato dal singolo Italian Sinfonia. Il brano viene presentato nell’estate dello stesso anno al Festivalbar, il quale ottiene un ottimo successo. Nel marzo del 1981 Piero Cassano lascia la formazione e viene sostituito da Mauro Sabbione, che caratterizzerà il periodo definito elettronico del gruppo, grazie alle sue tastiere e composizioni. Nello stesso anno viene pubblicato il singolo Fantasia, come anteprima e traino dell’album Berlino, Parigi, Londra. Nel 1983, i Matia Bazar partecipano al Festival di Sanremo con il brano Vacanze romane, brano che vincerà il Premio della Critica. Il brano sanremese, che ottiene una straordinaria popolarità, anticipa l’uscita dell’album Tango, album dalle nuove sonorità elettroniche. Infine, viene realizzato il videoclip del brano Il video sono io, con regia di Piccio Raffanini, che vincerà la manifestazione di Rimini Myfest e sarà la sigla finale di Domenica in. Nell’estate, vincono il primo Telegatto come “miglior gruppo italiano”, secondo TV Sorrisi e Canzoni. Sulla fine del 1983, pubblicano Il treno blu per il mercato giapponese, singolo mai distribuito in Italia. Inoltre, realizzano la colonna sonora di Magic Moments, film di Luciano Odorisio, e compongono il brano Casa mia per l’album Architettura sussurrante, con artisti vari. Nell’aprile del 1984, alla vigilia dell’uscita dell’album Aristocratica, Mauro Sabbione lascia il gruppo per dedicarsi a progetti sperimentali (Melodrama) e collaborare con i Litfiba. Nell’ottobre del 1984 entra nella formazione il tastierista Sergio Cossu. Sempre nello stesso anno, il gruppo partecipa al Festival di Tokyo con il brano Cercami ancora. Nel 1985 i Matia Bazar partecipano al Festival di Sanremo con il brano Souvenir, brano che vincerà il Premio della Critica. Il brano Souvenir anticipa l’uscita dell’album Melanchólia (titolo che lo scrittore, filosofo e caposcuola dell’esistenzialismo Jean Paul Sartre voleva originariamente dare al suo capolavoro La Nausea). Come singolo estivo viene scelto Ti sento, con il quale il gruppo, già famoso in tanti paesi del mondo, si afferma definitivamente a livello internazionale, ed incide la canzone in diverse lingue. Per il mercato anglosassone Ti sento diventa I Feel You, singolo pubblicato con successo anche in Italia. Grazie ad un sound d’avanguardia che miscela le tastiere elettroniche ai sintetizzatori, Ti sento rimane un classico del gruppo ligure ed una delle canzoni più conosciute degli anni ottanta. Nel 1986 la CGD distribuisce una raccolta antologica dal titolo Solo tu… Matia Bazar. Nel 1987 viene pubblicato l’album Melò, apprezzato dalla critica, caratterizzato da estrema raffinatezza musicale e vocale. Viene pubblicato il singolo Noi che ottiene uno straordinario successo. Inoltre verrà presentato al Festivalbar nell’estate dello stesso anno, e realizzato un videoclip negli studi di Cinecittà e come scenografia viene scelta l’esterno del film Momo. Nell’estate del 1987 vincono nuovamente il Telegatto come “miglior gruppo italiano” secondo TV Sorrisi e Canzoni. Nel 1988 partecipano al Festival di Sanremo con il brano La prima stella della sera. Il brano verrà incluso come inedito nella raccolta Matia Bazar. Nel 1989, al colmo del successo con il singolo Stringimi, presentato al Festivalbar nell’estate dello stesso anno, ed il conseguente album Red Corner, Antonella Ruggiero lascia il gruppo, sia a causa della sua maternità, sia per seguire strade personali. Nel 1990, in seguito all’uscita di Antonella Ruggiero dal gruppo, dopo quattordici anni insieme, arriva per sostituirla Laura Valente, una ragazza con altrettante sorprendenti doti vocali, che farà parte dei Matia Bazar fino al 1998. Nel giugno 1991, ad Amsterdam, i “nuovi” Matia Bazar, fanno conoscere la “nuova” formazione, con Laura Valente, con un eccezionale debutto dal vivo, davanti ad oltre 20 mila olandesi. Nello stesso anno esce il primo album del gruppo con Laura Valente, dal titolo Anime pigre, dove si intravede subito una svolta dal genere più graffiante e moderno. Tra i brani contenuti nell’album, spicca Si può ricominciare, dallo stile moderno e rockeggiante, mettendo in risalto, il ritorno, sulle scene, dei Matia Bazar. Sempre nel 1991 partecipano ad alcune tappe del Cantagiro, dove presentano il nuovo singolo Volo anch’io ed altri successi del gruppo, e un duetto nel brano Antico suono degli dei con Vincenzo Spampinato. Nel 1992 partecipano per la sesta volta al Festival di Sanremo con il brano Piccoli giganti, brano che ben presto si rivela un ottimo successo. Il brano viene incluso come inedito nella raccolta Tutto il mondo dei Matia Bazar. Nell’estate dello stesso anno il gruppo partecipa al Festivalbar, dove presentano Piccoli giganti e ad alcune tappe del Cantagiro, dove interpretano alcuni successi come Ti sento e Piccoli giganti, brano, che già dalla prima tappa, arrivano primi, ex aequo con Aleandro Baldi, nella sezione big, per arrivare secondi nella tappa finale di Fiuggi con 750 punti, su 770 di Aleandro Baldi. Il 1º novembre 1992, il gruppo partecipa con un lungo concerto al “Rolling Stone di Milano”, dove interpretano una serie di vecchi brani di successo, e brani da Anime pigre. L’anno successivo, partecipano di nuovo al Festival di Sanremo con il brano Dedicato a te, brano che si rivela uno straordinario successo dei Matia Bazar. Esce l’album Dove le canzoni si avverano, che oltre contenere il brano sanremese, contiene Svegli nella notte, che viene presentato con successo al Festivalbar ed al Canzoniere dell’estate, nell’estate dello stesso anno. Infine il gruppo partecipa, nello stesso anno, ad alcune tappe del Cantagiro. Durante l’autunno il gruppo prende parte al Festival Italiano, condotto da Mike Bongiorno, con L’amore non finisce mai, che rivela in pieno la raggiunta maturità interpretativa della Valente e del gruppo. Sarà l’ultima apparizione di Carlo Marrale con la band, infatti il chitarrista lascia definitivamente il gruppo dopo diciotto anni insieme, per dedicarsi alla carriera solista. Per la prima volta in assoluto, i Matia Bazar diventano un quartetto e partecipano ad Innocenti evasioni, un disco tributo a Lucio Battisti, interpretando il suo brano Con il nastro rosa. Il 22 novembre 1995, dopo una pausa durata due anni, dovuto alla maternità di Laura, al “Propaganda di Milano”, i Matia Bazar festeggiarono i loro vent’anni di carriera, con la pubblicazione di Radiomatia, raccolta contenente l’inedito La scuola dei serpenti, cover del brano You’re the voice, successo del 1986 del cantante australiano John Farnham, ed alcuni successi riarrangiati. L’album viene presentato ad un lungo concerto, tenutosi al “Rolling Stone di Milano”, ottenendo un ottimo successo dal pubblico. Nel settembre 1996 i Matia Bazar, accompagnati da Paolo Gianolio, parteciparono alla rassegna “Festival Feedback”, a Bellinzona, ove interpretarono alcuni successi, tra cui molti brani da Radiomatia. Il 9 maggio 1997 esce l’ottimo album Benvenuti a Sausalito, dedicato alla cittadina californiana simbolo del periodo hippy, dove i Matia Bazar tornano a sperimentare sonorità ricercate e rockeggianti dopo anni di pop tradizionale. L’album viene presentato il 2 giugno 1997 al “Propaganda” di Milano”, per la trasmissione “105 Night Express”, in onda su Italia 1. Il nuovo progetto discografico, però non viene promosso in maniera adeguata, a causa della grave malattia di Aldo Stellita. Dopo le partecipazioni televisive al Tappeto volante (dove presentarono il singolo Quando non ci sei e Parola magica) e al Premio Rino Gaetano, Stellita è costretto a diradare le proprie partecipazioni. Nel “Sausalito Tour”, quando Aldo non poteva essere presente, il gruppo era accompagnato da Carlo De Bei (anche co-autore di alcuni brani del disco) alle chitarre e da Nello Giudice al basso, oltre che da Silvia Valente, sorella di Laura, ai cori. Il 9 luglio 1998 muore Aldo Stellita, bassista, autore della maggior parte dei testi, e primo tra i fondatori del gruppo. Pochi mesi dopo Laura Valente e Sergio Cossu, lasciano definitivamente il gruppo, uscita che segna la “fine” dei Matia Bazar, dopo la scomparsa di Aldo Stellita. Dopo un momento di stasi il gruppo riprende a lavorare, spinto dall’unico superstite della formazione originale, il batterista Giancarlo Golzi. Egli ingaggia Silvia Mezzanotte come cantante e Piero Cassano ingaggia Fabio Perversi, come arrangiatore e strumentista. Nel 1999 rientra il tastierista Piero Cassano, uno tra i primi componenti del gruppo, e con Giancarlo Golzi decidono di ridare ai Matia Bazar una veste più popolare che porterà il gruppo alla realizzazione di prodotti meno sofisticati e più commerciali. Gli ingressi nel gruppo di Silvia Mezzanotte e del polistrumentista Fabio Perversi, insieme al ritorno di Piero Cassano, riportano alla ribalta i Matia Bazar, che partecipano nel 2000 al Festival di Sanremo con il brano Brivido caldo[8] seguito dall’uscita dell’album omonimo. Nell’estate dello stesso anno, sempre con il brano Brivido caldo, prendono parte a Vota la voce e quindi vincono il Telegatto come “miglior gruppo italiano dell’anno”.L’anno successivo sono nuovamente in gara al Festival di Sanremo con il brano Questa nostra grande storia d’amore, che arriverà terza. Esce l’album Dolce canto, contenente il brano sanremese. Nel 2002 partecipano per la terza volta consecutiva al Festival di Sanremo con Messaggio d’amore, che vincerà la manifestazione canora. Il brano viene incluso nell’album Messaggi dal vivo, raccolta di brani live con due inediti in studio (Messaggio d’amore e Ritmo della luna). Nel 2004, la cantante Silvia Mezzanotte, dopo quasi cinque anni insieme, lascia il gruppo per dedicarsi alla propria carriera da solista. A sostituire Silvia Mezzanotte viene chiamata Roberta Faccani, che entrerà ufficialmente come cantante verso la fine del 2004, e la sua collaborazione con i Matia Bazar, sarà regolata da un contratto, a tempo determinato, della durata di cinque anni. Nel 2005 il gruppo con la nuova formazione si presenta al Festival di Sanremo con il brano Grido d’amore, che sarà finalista nella kermesse canora. Esce l’album Profili svelati con il brano sanremese, e alcuni brani inediti. Il 5 ottobre 2007 esce l’album One1 Two2 Three3 Four4, una raccolta di successi delle band italiane in versione rivisitata. Il 9 maggio 2008 si ripete in modo del tutto analogo il progetto con One1 Two2 Three3 Four4 (volume due). In entrambi gli album One1 Two2 Three3 Four4 (Volume 1-2), il gruppo si è avvalso della collaborazione del coro gospel nazionale Nicolini Gospel Choir di Piacenza. Il 29 aprile 2010 il gruppo annuncia con un comunicato stampa la separazione dalla cantante Roberta Faccani. L’uscita dal gruppo della cantante Roberta Faccani diede inizio alla ricerca di una voce femminile per il gruppo. Questa volta non è una nuova cantante, ma un ritorno. Il 20 settembre 2010 venne ufficializzata, sul sito ufficiale del gruppo, la riunione dei Matia Bazar, col ritorno di Silvia Mezzanotte alla voce. La spinta a tornare artisticamente insieme la rivelano loro stessi: «È bastato incontrarsi per caso, tra un’ospitata televisiva e un concerto, per ritrovarsi in studio ad ascoltare le nuove canzoni». Un ritorno, che nasce da una nuova intesa artistica tra la cantante e il gruppo, come l’uscita del nuovo album, già in lavorazione in studio, una lunga tournée prevista per il 2011, nuove iniziative e partecipazioni a grandi eventi. Dal 22 ottobre 2010, in rotazione in tutte le radio, arriva Gli occhi caldi di Sylvie il nuovo singolo della “reunion” del gruppo, su musica di Piero Cassano e Fabio Perversi, testo di Adelio Cogliati e Giancarlo Golzi, e arrangiamento di Fabio Perversi. Dal 1º novembre, la canzone sarà disponibile in download sui principali negozi digitali. I Matia Bazar il 31 ottobre, per la prima volta, con la “reunion” di Silvia Mezzanotte, presentano in pubblico, alla trasmissione Domenica in su Rai Uno, il nuovo singolo Gli occhi caldi di Sylvie. Dopo tre anni di silenzio discografico, il 29 marzo 2011 esce il nuovo lavoro discografico, Conseguenza logica, anticipato dal singolo Gli occhi caldi di Sylvie, che attraverso i suoi brani, racconta l’amore a 360° gradi. Da Castelraimondo (MC) il 16 aprile 2011 inizia il Conseguenza logica Tour, che toccherà tutta Italia e grandi città europee. Il gruppo partecipa al 62º Festival di Sanremo nel febbraio 2012 con il brano Sei tu e nella serata dedicata alla canzone italiana nel mondo si esibisce con Al Jarreau con il brano Speak Softly Love (titolo italiano: Parla più piano, colonna sonora del film Il padrino). La giunta comunale di Licodia Eubea (Catania) il 20 marzo 2012, nel corso di una serata di gala, consegna al gruppo musicale genovese un riconoscimento alla carriera.
Tutto il mondo dei Matia Bazar è la sesta raccolta dei Matia Bazar, pubblicata dalla Virgin Dischi nel 1992, anticipata dal singolo Piccoli giganti/C’era una volta (1992). Pubblicato sull’onda del successo del brano Piccoli giganti, presentato al Festival di Sanremo 1992, eccettuato il quale tutte le altre canzoni sono versioni non rimasterizzate estratte da album precedenti, con Antonella Ruggiero come voce solista. Questa compilation non è presente nella discografia sul sito del gruppo, mentre è considerata ufficiale in altre. Ciò è vero anche per la sua ristampa in CD del 1994 intitolata Gold pubblicata dall’etichetta DDD – La Drogueria di Drugolo con una copertina diversa. Già distribuito sul singolo sanremese, ma inedito su album, è l’unico brano della raccolta, pubblicato dall’etichetta DDD – La Drogueria di Drugolo nel 1992, con la voce solista di Laura Valente, ormai subentrata ad Antonella Ruggiero. Sarà poi inserito anche nelle ristampe del primo album del gruppo con la nuova solista, Anime pigre, pubblicato l’anno precedente (1991).
Quando si è piccoli si crede nelle favole; poi si cresce e si deve affrontare la realtà e tutto il mondo incantato che si era immaginato sparisce. “Il tempo qui non passa mai, in questo grigio di città quando il cielo mi fa paura. Si può morire di poesia od impazzire di realtà, prigionieri di quattro mura. Dove sei principe del blu, principessa delle stelle. Ti chiamavo amore e libertà, ora chiedi la mia pelle“. La realtà è dura. “Non è un gioco da ragazzi, fare i grandi e poi crescere senza fare passi falsi mai e andare avanti come piccoli giganti fuorilegge, ma sarà così che diventeremo uomini anche da soli“. Gli amici immaginari, i supereroi che ti difendevano adesso non ci sono più. “La solitudine mi fa a volte troppa compagnia nel silenzio della mia stanza. Dove sei quando ti vorrei, quando cresce la mia rabbia. Se mi perdo, non andare via come un segno sulla sabbia. Dove sei amico dei miei guai quando c’è da stare male. La ferita non si è chiusa mai e adesso bruci più del sale“.