Caparezza – Vengo dalla luna (2003)
Salvemini iniziò la carriera musicale come cantautore utilizzando il nome d’arte di Mikimix, componendo brani melodici e minimali e riscuotendo poco successo di pubblico e di critica. Condusse in televisione Segnali di fumo, programma musicale di Videomusic in compagnia di Paola Maugeri. Dopo alcune serate nei locali di Milano esordì al Festival di Castrocaro e partecipò successivamente a Sanremo Giovani 1995 con il brano Succede solo nei film, mancando l’accesso alla successiva edizione del Festival di Sanremo. Nel 1996 pubblicò il primo album Tengo duro e poi partecipò nuovamente a Sanremo Giovani 1996 con il brano Donne con le minigonne, con il quale fu ammesso alla sezione “Nuove Proposte” del Festival di Sanremo 1997, evento al quale propose il singolo E la notte se ne va, che anticipò l’uscita del secondo album in studio La mia buona stella, pubblicato nello stesso anno dalla Columbia Records. Nel 1998 Salvemini pubblicò un ultimo singolo come Mikimix, intitolato Vorrei che questo fosse il paradiso. Nel 1998 arriva il cambiamento importante, quello decisivo: Michele si fa crescere capelli e pizzetto e inizia a farsi chiamare Caparezza che in dialetto molfettese significa testa riccia. Da qui inizia una crescita esponenziale che lo porta in pochi anni ad ottenere un successo incredibile. Nel 2003 esce l’album Verità Supposte, la sua consacrazione a livello musicale che contiene brani come “Fuori dal tunnel“, “Vengo dalla Luna” e “Jodellavitanonhocapitouncazzo“. Nel 2006 esce Habemus Capa, il terzo album del cantautore pugliese, che contiene brani come “Torna Catalessi“, “La mia parte intollerante” e “Dalla parte del toro“. I suoi tour sono sempre molto seguiti e spesso sold out. Nel 2008 è la volta di Le dimensioni del mio caos, un album che racconta una storia canzone dopo canzone e che porterà alla stesura del libro “Saghe mentali”. Brani come “Ilaria condizionata”, “Una grande Opera“, “Eroe” e soprattutto “Vieni a ballare in Puglia” (resa celebre dal duetto con Albano) entrano di diritto nella storia di questo cantautore che è sempre più seguito. il 1 marzo del 2011 esce il quinto album di Caparezza dal titolo Il sogno eretico che dopo pochi mesi diventa disco di platino. In questo lavoro l’artista pugliese collabora con il frontman degli Spandau Ballet Tony Hadley per la realizzazione del brano “Goodbye Malinconia“, il vero successo di questo brano.
Verità supposte è il secondo album in studio di Caparezza, pubblicato nel 2003 dalla Extra Labels. L’album ottenne un notevole successo di pubblico soprattutto grazie al terzo singolo estratto Fuori dal tunnel, che permise al disco stesso di rimanere in classifica per una trentina di settimane, vendendo circa 130 000 copie in Italia. Verità supposte è inoltre presente nella classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre secondo Rolling Stone Italia alla posizione numero 28. I quattordici brani che compongono l’album sono caratterizzati da uno stile compositivo e il rapporto qualitativo tra ricercatezza dei testi e delle rime, che differenziano Caparezza dagli altri rapper italiani già affermati. C’è davvero tutto in questo disco sotto il profilo stilistico, dal nu metal di Dualismi (brano ispirato all’omonima poesia di Arrigo Boito) al tango di Stango e sbronzo fino all’elettronica di Vengo dalla Luna, passando per il tip-tap nel finale di Fuori dal tunnel. La visione del mondo che lo circonda è priva di ogni illusorietà, specie nei confronti della realtà sociale italiana, compresa la sua terra di origine (ad esempio in Giuda me [che sta per “giù da me”]), o anche verso l’ambiente musicale (La legge dell’ortica), ma anche verso il tema del razzismo (Vengo dalla Luna, mentre Nessuna razza si riferisce al suo manifesto artistico). Presente anche la forte critica a tutte le guerre (Follie preferenziali) e la denuncia per la cosiddetta TV spazzatura (L’età dei figuranti). Una fuga nei ricordi la si trova in Limiti, mentre più personali sono le tracce di apertura e chiusura. Ricco è inoltre il lessico utilizzato per le stesure dei testi i quali, pur nella libertà espressiva dei timbri musicali e degli arrangiamenti (non sempre soltanto elettronici), sono racchiusi in una forma standard della canzone rap, con un ritornello quasi sempre cantato e reiterato in due o più riprese all’interno del brano. All’interno dell’album è inoltre presente il brano Nel paese dei balordi, originariamente incisa nel primo demo Ricomincio da Capa, distribuito nel 1998.
La canzone è un inno all’antirazzismo. E’ una sfida ai bulli della situazione. “Io vengo dalla luna che il cielo vi attraversa. E trovo inopportuna la paura
per una cultura diversa che su di me riversa la sua follia perversa“. Il titolo sta a rappresentare proprio il suo essere estraneo alla cultura del razzismo in tutte le sue forme. Si ribella a chi con una facciata di perbenista; si sente superiore e in realtà vuole prevaricare il prossimo. “Vuole mettermi sotto ‘sto signorotto che si fa vanto del santo attaccato sul cruscotto. Non ha capito che sono disposto a stare sotto solamente quando fotto“. “Non mi prende che di striscio la tua fiction e piscio sul tuo show che fila liscio come il Truman. Ho nostalgia della mia luna leggera. Ricordo una sera le stelle d’una bandiera ma era. Una speranza, era. Una frontiera, era. La primavera di una nuova era, era“. E a chi gli propone di entrare nel club dei razzisti perchè è più comodo e più facile così; dice no. “(Torna al tuo paese sei diverso). Impossibile, vengo dall’universo. La rotta ho perso, che vuoi che ti dica. Tu sei nato qui perché qui ti ha partorito una fica. In che saresti migliore? Fammi il favore compare; qui non c’è affare che tu possa meritare. Sei confinato, ma nel tuo stato mentale. Io sono lunatico e pratico dove cazzo mi pare“. “(Stupido ti riempiamo di ninnoli da subito
In cambio del tuo stato di libero suddito). No! È una proposta inopportuna. Tieniti la terra uomo, io voglio la luna“. Fino ad arrivare alla rivendicazione di unicità; che fa diventare parte di tante minoranze e quindi più volte soggetto a razzismo. “Io non sono nero. Io non sono bianco. Io non sono attivo. Io non sono stanco. Io non provengo da nazione alcuna. Io, sì, io vengo dalla luna. Io non sono sano. Io non sono pazzo. Io non sono vero. Io non sono falso. Io non ti porto jella né fortuna. Io, sì, ti porto sulla luna“. E della consapevolezza di come questo percorso non sia certo facile. “Non è stato facile per me trovarmi qui; ospite inatteso, peso indesiderato arreso.
Complici satelliti che riflettono un benessere artificiale, luna sotto la quale parlare d’amore. Scaldati in casa davanti al tuo televisore. La verità della tua mentalità è che la fiction sia meglio della vita reale. Chi invece è imprevedibile, chi non è frutto di qualcosa già scritto su un libro che hai già letto tutto. Ma io, io, io no, io, io, io oh“.